“The stars are God’s bullet holes” è il terzo album di John Murry, uscito il 24 giugno 2021 in CD e in vinile per Submarine Cat Record, distribuzione Audioglobe. Che dire di questo quarantaduenne nato in Mississippi e residente in Irlanda? Una fama che fino a ora, con le opere di esordio “The Graceless Age” (2012), “A Short History of Decay” (2017) e con l’Ep del 2020 “Tilting at Windmills”, non ha raggiunto il livello che meriterebbe, per parere unanime di chi se ne intende. Verificatelo ascoltando proprio questa sua ultima fatica, un disco che una volta iniziato se ne va da solo mentre voi resterete ad ascoltarlo, scientemente inermi, avvolti e accompagnati in un dimensione distante dal contingente.
Pur nel solco del cantautorato americano, la personalità tormentata di Murry ha un carattere peculiare, esprimendosi con schiettezza e tagliente ironia in toni che vanno dal Rock all’Industrial, conditi dal post punk, ritmi vellutati ma mai cupi, segnati da chitarre e tastiere perfettamente dosate che giocano intorno a un timbro rassicurante, gutturale, cavernoso, accarezzato da interventi corali sussurrati all’orecchio.
“Oscar Wilde (Came Here to Make Fun of You)” è la ballata iniziale, lenta e sottile, che ci introduce nell’atmosfera filo conduttore dell’album, presentandone i suoi elementi essenziali, in attesa delle sorprese più gradite, l’omonima “The Stars are God’s bullet holes”, un pezzo incalzante, da ballare pestando un tappeto di chitarra disturbata e lasciando Murry alzare la voce come raramente si permette di fare, e poi il rock ossessivo e giocoso di “I Refuse To Believe (You Could Love Me)”. “Ones+Zero”, che segue a ruota, abbassa i toni, caratterizzati sapientemente da un duo tastiera dolce e voce femminile. “Ordinary World” è un rifacimento, pensate un po’, dei Duran Duran, una nuova veste fumosa e vagabonda, scanzonata e irriverente.
Per ascoltare Murry è necessario rifugiarsi dentro un paio di cuffie e non pensare ad altro, percependo i molteplici effetti e contributi strumentali, attenti ad ogni angolo nascosto del suo mondo straordinario. Provateci anche in “1(1)1”, breve viaggio distorto, indecifrabile e misterioso nella profondità del disco. Sono dieci le tracce, vedrete che non ne salterete una.
Articolo di Marco Zanchetta
Track list “The stars are God’s bullet holes”
1. Oscar Wilde (Came Here To Make Fun Of You)
2. Perfume & Decay
3. The Stars are God’s Bullet Holes
4. Di Kreutser Sonata
5. I Refuse To Believe (You Could Love Me)
6. Ones + Zeros
7. Time & A Rifle
8. Ordinary World
9. 1(1)1
10. Yer Little Black Book