22/12/2024

Vinicio Capossela, Mantova

22/12/2024

PFM, Marsala

22/12/2024

Quintorigo e John De Leo, Conversano (BA)

22/12/2024

Painted Vein, Modena

22/12/2024

Justin Adams & Mauro Durante, Melpignano (LE)

22/12/2024

The Molotovs, Bologna

22/12/2024

Antonella Ruggiero, Milano

25/12/2024

Vinicio Capossela, Taneto di Gattatico (RE)

26/12/2024

Vinicio Capossela, Taneto di Gattatico (RE)

27/12/2024

Fast Animals And Slow Kids, Napoli

27/12/2024

Edoardo Bennato, Roma

27/12/2024

Quintorigo e John De Leo, Torino

Agenda

Scopri tutti

Julie Byrne “The Greater Wings”

Album che consacra la completa maturità dell’artista

Nell’era digitale e ipertecnologica ascoltare album come questo è veramente una ventata di freschezza. Ci dimostra che esistono ancora dischi fatti con il cuore, carichi di sentimento e armonia, capaci di regalare tanta emozione e che lasciano il segno per la loro spontaneità. Sto parlando di “The Greater Wings”, il terzo album di studio della cantautrice statunitense Julie Byrne, fuori dal 7 luglio per Ghostly International. Julie è una raffinata interprete di una musicalità dagli aspetti minimalisti, il suo stile nasce dalla tradizione Folk indipendente americana e dal suo animo unico e originale. Artista molto riservata, oltre a essere dotata di una voce espressiva, Julie è brava anche come strumentista, capacità che ha ereditato dal padre e sviluppato in maniera autodidatta, soprattutto espressa nell’uso della chitarra fingerpicking. Proprio dalle origini popolari e dal Country arricchito da un sofisticato Dream Pop prende forma lo stile di Julie; spesso le eteree atmosfere che l’artista sa egregiamente esprimere non sono sicuramente classificabili in un genere specifico.

Nonostante tutte queste peculiarità, “The Greater Wings” non è un album che nasce in una circostanza di felicità e sotto un’ottima stella, ma figlio invece di un momento molto sofferto e doloroso per l’artista. Raccontiamo brevemente la storia della sua gestazione. Dopo la pubblicazione avvenuta nel 2017 dell’ottimo disco “Not Even Happiness”, un titolo che suonava quasi come un presagio di ciò che poi sarebbe accaduto, nel 2020 Julie aveva cominciato a lavorare alacremente a questo suo nuovo album insieme al producer e partner di vita Eric Littmann, un personaggio dal grande retroterra in fatto di produzioni artistiche; purtroppo, nel giugno del 2021, Littmann è prematuramente deceduto a soli 32 anni. L’esperienza è stata sicuramente traumatica per Julie, che però ha tratto forza dalle sue doti per emergere da un periodo complicato e trovare le motivazioni giuste per proseguire il suo percorso, scrivendo ancora tanta bella musica e continuando a portare la sua arte in giro per il mondo. Così, la giovane musicista, dopo uno stop di sei mesi, ha deciso di proseguire il lavoro già avviato con lui creando il disco più brillante della sua carriera. Oltre i brani già composti con Littmann, la vocalist si è avvalsa per gli altri pezzi della collaborazione di Alex Somers, altra personalità di elevato spessore già noto ai più per le cooperazioni con il gruppo dei Sigur Rós e sicuramente uno dei più idonei nell’aiutare Julie a concludere questo album sofferto.

Un tappeto avvolgente di sintetizzatore, arpeggi delicati, un uso sobrio ma suggestivo degli archi e del piano, fanno da corredo al timbro sublime della vocalist, dolce e vellutato che sa trasportare l’ascoltatore in una dimensione magica e contemplativa. L’assenza di batteria e percussioni conferisce al lavoro un’atmosfera sospesa. Si percepisce decisamente, oltre alla bravura di Julie, il lodevole lavoro di Somers che si è calato perfettamente nel suo ruolo di produttore proseguendo l’opera di Littmann in maniera perfetta, aumentando ancora di più il feeling di un album.

È palpabile in ogni momento l’effetto della perdita, ma al contempo le canzoni di Julie riescono a essere universalmente risonanti e comunicative. Non è stato sicuramente semplice emergere da un momento così complesso, però la cantante lo ha fatto con un equilibrio e una forza incredibili, che trasmette nelle sue creazioni attraverso una miriade di sentimenti che spaziano dalla devozione alla gioia, dall’analisi introspettiva alla speranza.

L’incipit dell’album, “The Greater Wings” è già un esempio significativo di ciò, con i suoni che accompagnano la sua voce mentre esprime i suoi sentimenti:ho bevuto l’aria per esserti più vicina, per portarti sulle ali più grandi o ancora nei versi sei sempre nella band, la tua vita tra gli accordi. Queste emozioni divengono per Byrne fonte di ispirazione, le atmosfere sanno essere al contempo espansive e intimiste.Spicca anche il suo smisurato amore verso la natura, patrimonio da preservare in quanto salvezza per ogni forma vitale. Ecco che fanno capolino in alcuni pezzi sfumature che talora ricordano toni e atmosfere new /age e ambient, per la loro soffusa atmosfera iniziale: ciò si rileva nei motivi “Portrait Of A Clear Day”, ma soprattutto nello strumentale “Summer’s End”; il lussureggiante e evocativo stile di scrittura di Julie scorre tra il suo amato fingerpicking e arrangiamenti ricercati di synth, con arpa e archi sempre in evidenza.

Un sentimento di perdita da cui prendere slancio pervade il clima di “Flare”, classica ballata folk in cui l’artista consegna ai suoi versi un auspicio: un giorno saremo la polvere d’amore di un altro futuro mentre un attimo di beatitudine raccontato dalla struggente e orchestrale “Moonless” ricorda emozioni vissute in un hotel durante un soggiorno: l’ho trovata dentro la stanza con te, qualunque cosa sia l’eternità, tutte queste gemme intrecciate, ho trovato una vita lì nella stanza con te.

La perla si trova al centro della track list, il brano “Summer Glass”, ballata prodotta da Littmann, che ne accende le sonorità all’improvviso con un delizioso sintetizzatore arpeggiato; la voce di Byrne ricrea l’incantesimo mentre l’arpa di Marilu Donovan si unisce ai battiti del synth; questo pezzo costituisce forse l’apice creativo della splendida collaborazione di Eric e Julie. È la speranza che prende forma in “Hope’s Return” e nell’ultima canzone, la bellissima “Death Is The Diamond”, il motivo più lungo del lavoro con i suoi 5’10’’: il titolo attribuisce addirittura doti preziose alla morte, riuscendo a alternare nella sua evoluzione aspetti malinconici con flussi vitali e suggestioni meditative.

Nella copertina una fotografia ritrae la cantante in un saluto sereno chiaramente rivolto al ricordo del compianto Littmann. È sicuramente il lavoro della completa maturità e consacrazione di Julie, un’opera che colpisce per la forza interiore che la musicista riesce a comunicare attraverso la soavità della voce e il pathos strumentale. Sicuramente un viatico perfetto per una carriera futura interessante e ancora più ricca di soddisfazioni.

Articolo di Carlo Giorgetti

Tracklist “The Greater Wings”

  1. The Greater Wings
  2. Portrait Of A Clear Day
  3. Moonless
  4. Summer Glass
  5. Summer’s End
  6. Lighting Comes From The Ground
  7. Flare
  8. Conversation Is A Flowstate
  9. Hope’s Return
  10. Death Is The Diamond

Julie Byrne: voce, chitarra, pianoforte / Jake Falby archi / Nadia Hulett cori / Trayer Tryon chitarra / Marilu Donovan arpa / Eric Littmann arrangiamenti, piano, Sintetizzatore / Alex Somers arrangiamenti, sintetizzatore, archi / Eli Crews contrabbasso / Jefre Cantu Ledesma sintetizzatore modulare

Julie Byrne online:
Website: https://juliemariebyrne.com/
Instagram: https://www.instagram.com/juliemariebyrne/
YouTube: https://www.youtube.com/channel/UCrVAS4Z5Iyum2QNWGzvdAvQ

© Riproduzione vietata

Iscriviti alla newsletter

Condividi il post!