Se Federico Fellini fosse ancora vivo si sarebbe innamorato all’istante di Leo Boni. I suoi lineamenti, il suo sguardo ipnotico, la sua verve e la sua voce cavernosa lo avrebbero conquistato. Leo è una vera forza della natura, un menestrello di altri tempi eppure così contemporaneo. Un musicista ora raffinato ora impulsivo che nella strada trova l’ispirazione e la vera ragione di vita.
Nella sua biografia esterna il suo amore per il Gypsy Jazz, ma la verità è che è impossibile definire la musica del chitarrista fiorentino. Che sia un po’ zingaro questo però è innegabile, come lo conferma il suo girovagare tra Stati Uniti, Africa e Europa nel corso della sua formazione prima e carriera poi. Una carriera che inizia nel 1984 a Berkley e che fin dall’inizio lo ha visto preferire la notte e i locali notturni dove si beve, suona e si raccontano storie.
“The Ring” è di fatto una selezione di racconti, che questa volta parlano inglese, che ci catapultano nelle strade e i crocicchi meno conosciuti di città reali e immaginarie. Un disco pulsante, dall’attitudine più rock – ascoltate “Uozzon” e provate a dirmi il contrario – che non disdegna soluzioni armoniche inaspettate come nel caso della bellissima “Music”, che un vero manifesto programmatico del “Boni way of playing”.
C’è un bellissimo senso di libertà in questo disco, e di musica “suonata”, che, per chi come me vive a Firenze fa subito pensare a Piazza Santo Spirito, con le sue raffinatissime linee architettoniche, i locali notturni, i profumi dei ristoranti e del mercato rionale, e una caleidoscopica fauna umana che sembra essere tratta da “Walk On The Wildside” di Lou Reed. Leo Boni è il principe della piazza, il dispensatore di gioia, di ricordi e di quel pizzico di sana follia che ricarica.
Poco importa se Leo suoni Blues – “Riley The King” – o che improvvisamente paghi il giusto tributo ai Jane’s Addiction in “Mr. Yes Man”, le sue canzoni sono lo specchio di ciò che ha catturato la sua attenzione. Un’attenzione, la sua, costante che riesce a cogliere dettagli e sfumature di una frammentata società notturna nella quale però è possibile ancora percepire una fortissima e innegabile voglia di vita.
Articolo di Jacopo Meille
Track list “The Ring”
- Pinocchio Ray Blues
- Music
- Some Eyes
- Uozzon
- Yes Man
- Riley The King
- Strange Girls
- Mermaid
- This Masquerade
- Hairpin
- This Town
Line up Leo Boni
Leo Boni: chitarre acustiche ed elettriche, voce, Wash Tub Bass e percussioni / Marco Barsanti: batteria / Francesca Taranto: basso eccetto traccia 1 / Francesca Taranto,Virginia Vannucchi e Sabrina De Luca as “The Tritonettes”: cori / Anirbas: Mermaid.
Special guests: Eric Shenkmanvery: chitarra in “Uozzon” / Guido Melis: basso in “Pinocchio Ray Blues”
Leo Boni online
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