Mi sono detto: Ma sì, mi metto gli mp3 nel telefono, e durante il volo verso Londra me lo ascolto mentre sonnecchio. Appena terminato il decollo premo play, e mi rendo conto che dormire con le note di “Magic consciousness” e con l’energia delle sue chitarre, dormire è praticamente impossibile. Il mio rapporto con i Live Skull, band newyorkese attiva addirittura dal 1982, e della quale non sapevo assolutamente niente fino a che non mi è stata assegnata la recensione di questo “Party Zero”, uscito il 26 maggio su Bronson Recordings, è iniziato così. E poi, in giro per Londra con le auricolari che mi sparavano questi quarantaquattro minuti e spiccioli di solido post Punk Rock nelle orecchie, mi metto a leggere qualche info sul gruppo e scopro che anche la nostra amica Thalia Zedek, in passato, è stata membro di questo gruppo che è arrivato al settimo album in carriera, terzo dalla réunion del 2019 dopo 30 anni di pausa dalle scene.
C’è tanto in questo lavoro, che è ovviamente costruito intorno alle chitarre elettriche, dal sapore anni ‘80 ma anche con un profondo gusto nella ricerca del suono; merito forse del nuovo chitarrista Dave Hollinghurst che pare aver dato una nuova direzione a tutta la band. Prima di tutto c’è da notare che solo uno dei dieci brani che compongono l’album rimane al di sotto dei quattro minuti, e di questi tempi sembra una follia. Si sente, e come potrebbe essere diversamente, l’ispirazione di band come gli Stooges e dei Pretty Things, ma anche la voglia di sperimentare dei primi dischi dei Pink Floyd post Syd Barrett.
C’è, infine, tutta la follia noise delle band no wave newyorkesi, tutto passato attraverso la indiscutibile sensibilità di songwriter di Mark C. E già dal brano di apertura, quella “Magic consciousness” della quale ho accennato in apertura, si entra in un vortice di chitarre affilate, di ritmi incendiari, di riff irresistibili che guardano al passato ma che suonano tremendamente attuali. Provate ad ascoltare “Mad kingship”, ritmo ossessivo e chitarre perfette, oppure la successiva “Neutralize the outliers” e a non farvi venire voglia di scatenarvi. E anche nei due episodi in cui i beats per minuto calano (la bella ballad “Flying bird” con le sue chitarre col tremolo e “Turn up the static”, acida e ipnotica) l’intensità, l’energia e la potenza di questo quartetto rimangono immutate. Un disco prezioso e coinvolgente che mi farà compagnia a lungo.
Articolo di Michele Faliani
Track list “Party zero”
- Magic consciousness
- Mad kingship
- Neutralize the outliers
- Tales of the echo chamber
- Chords of inquiry
- Flying Blind
- Party Zero
- Inside the exclusion zone
- Turn up the static
- Hit so hard
Line up Live Skull: Mark C. guitar, vocals, synth, harmonica / Richard Hutchins drums / Kent Heine bass / Dave Hollinghurst guitar, vocals
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