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Lucio-Corsi

Lucio Corsi “Cosa faremo da grandi?”

Primi scalini di una carriera in evoluzione

Fa un po’ rabbia mancare l’esordio e arrivare solo al secondo album di qualcuno che sembra meritare davvero. Un po’ è una questione di autostima, un po’ si vorrebbe sempre avere l’asso nella manica per un colpo di scena durante una cena qualsiasi tra musicofili narcisisti. Ma tanto fa, ora tocca fare due recensioni in una, per non lasciare colpevoli vuoti.

Lucio Corsi esordisce nel 2015 ma nel 2017 fa uscire “Bestiario musicale”, il primo album in senso proprio. Un collage di dipinti della fauna della Maremma grossetana, da dove lui viene.  Otto storie animali e umane che ci ricordano quello che avevamo immaginato da bambini e ci sussurrano alle orecchie anche quello che nessuno ancora sa di quelle creature distanti e vicine al contempo.

Nelle tracce c’è La lepre, che è sia uomo che donna, che vince su tutti e arriva per prima sulla luna, con un semplice salto, senza calcoli e discorsi, per cercare quelle due facce che le mancano su questa terra. C’è l’istrice, salvo da una vita triste e malinconica, di merda insomma, grazie al fatto che la bellezza dei fiori stia nei petali e non nelle spine. Non poteva mancare il cinghiale, il sasso con le zampe simbolo della sua terra, con cui dialoga direttamente. Le lucciole del bosco, le lucciole cadenti, ti vogliono aiutare a fuggire dai cani lanciati come frecce inseguiti dagli spari dei finti militari.

Nel 2019 esce prima il singolo “Frecciabianca” e poi, in ottobre, l’album “Cosa faremo da grandi?”. Lucio Corsi ci sta aspettando ancora lì, dentro il mare della Toscana, con un lungo video dove tre pescatori recuperano una chitarra dal mare, la sua chitarra.  Canta e poi se ne va, prende il treno che lungo la costa entra dentro le bocche spalancate delle montagne in Liguria e arriva a Milano.

Si allontana dalla Maremma, un viaggio metaforico in cui affronta i primi scalini di una carriera in evoluzione, provando ad andare oltre casa sua. È bello viaggiare con lui, nello spazio e anche nel tempo, mettendosi un orologio che è la macchina del tempo. Pensa anche a me Lucio, riportandomi fino a Trieste e al suo vento, che non è un freno ma una spinta, utile per tenere le nuvole in viaggio, per chi è fermo e non trova il coraggio. Ce n’è da ascoltare insomma in questo nuovo disco, credo valga la pena prendersi il tempo.

Ah, dimenticavo: ora ha 26 anni Lucio Corsi, 21 quando ha esordito, che al giorno d’oggi non è davvero molto.  Al giorno d’oggi alla sua età si parla soprattutto di trap, soldi, mamma, auto sportive e fidanzata facile. Lui è qualcos’altro. Cosa ci ricorda? Il glam rock nello stile estetico, poi Rodari, De Gregori, Graziani, Zero, Branduardi, ma fate pure anche voi altri nomi, sono sicuro che ce ne sono ancora. Intanto facciamo che è lui e basta.

Articolo di Marco Zanchetta

Track list “Cosa faremo da grandi?”

  1. Cosa faremo da grandi?
  2. Freccia Bianca
  3. L’orologio
  4. Trieste
  5. Onde
  6. Senza titolo
  7. Amico vola via
  8. Bigbuca
  9. La ragazza trasparente
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