Un gradito ritorno sulle scene discografiche quello dei Machiavel, il cui nuovo album “Phoenix” è fuori in Italia su VREC Music Label dal 10 maggio. La band originaria del Belgio, la cui denominazione nasce dallo storico fiorentino Niccolò Machiavelli, ha una storia cinquantennale alle spalle. Nata infatti nel lontano 1974, si impose sino da subito all’attenzione di pubblico e media, divenendo una delle stelle del Rock europeo. Dopo i primi album contraddistinti da sonorità prog, con influenze dei gruppi britannici dell’epoca, il gruppo si è indirizzato verso nuove sfide new wave e pop rock.
Probabilmente sono stati decisivi in questo percorso anche i numerosi avvicendamenti di interpreti all’interno della formazione, che nel 2018 ha anche perso prematuramente il suo vocalist e frontman storico Mario Guccio. Superato lo smarrimento per il tragico avvenimento, il bassista Roland De Greef e il batterista Marc Ysaye, gli unici due membri del combo originario, hanno deciso di portare avanti il progetto ingaggiando come nuovo cantante Kevin Cools (ex della band alt rock Niitch) e assestando l’organico in un quintetto insieme ai già presenti Hervé Borbé e Christophe Pons (rispettivamente alle tastiere e alla chitarra).
A distanza di dieci anni dalla loro ultima produzione arriva dunque questo nuovo “Phoenix”, significativamente il simbolo della loro rinascita. È un lavoro che ne conferma la personalità e classe, elementi che hanno permesso loro di evolvere nel tempo la cifra stilistica, allontanandosi in parte dal barocchismo e fondendo una miscellanea di stili, un mix tra Rock, Prog e un Pop raffinato tendente talora a un Adult Oriented Rock.
La forza di questo album risiede proprio in questa alchimia di stili, senza rinnegare le origini progressive della band che emergono in alcuni brani più lunghi nella durata. Emblematiche in questo senso, le partiture ariose di “Drop The Mask” o l’Heavy Prog con spunti jazz di “Six Feet Under” che presenta anche una notevole sezione centrale dove emerge il talento del chitarrista Christophe Pons. Kevin Cools si dimostra perfetto successore del compianto Guccio, modulando la sua eccezionale estensione vocale fra momenti intimisti e acuti impressionanti. Detto della versatilità di questa band che in questi anni ha deliziato il pubblico con una pluralità di esperienze sonore diversissime, in “Phoenix” confluiscono tutte le sensibilità artistiche che i Machiavel hanno raccolto negli anni. In “Enlighted” e “Magical Mess” affiorano reminiscenze psichedeliche; mentre “Soulrise”, placida perla art rock, si svolge su un grazioso accompagnamento di pianoforte suonato da Hervé Borbé.
Dal ritmo effervescente di “Mister Madman” si arriva poi alla melodia sognante di “The Following Day” con il piano ancora protagonista, mentre “Downtown” riporta a movenze quasi beat. L’album si chiude sui toni edenici di “Afterlife”, che giunge come un messaggio etereo da altri mondi regalando un finale toccante, concluso dall’energia di tutta la band che esplode in ultima splendida fiammata. “Phoenix” rappresenta un momento saliente nella discografia della band, desiderosa più che mai a proseguire il suo viaggio alla volta di nuovi suggestivi paesaggi musicali.
Articolo di Carlo Giorgetti
Tracklist “Phoenix”:
- Enlighted
- Of Lust and Crime
- Magical Mess
- Mister Madman
- Drop The Mask
- When The Eagles Cry
- Soulrise
- Six Feet Under
- Downtown
- The Following Day
- Afterlife
Line up Machiavel: Roland De Greef basso / Kevin Cools voce / Marc Ysaye batteria, cori / Christophe Pons chitarra / Hervé Borbé tastiere, piano
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