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Manuel Agnelli Artwork Thomas Berloffa

Manuel Agnelli “La profondità degli abissi”

Artista divisivo perché fa le sue scelte a prescindere dai desideri altrui, e sembra non sbagliarne una

Si interrompe una lunga apnea, durata pressappoco sei anni: Manuel Agnelli esce il 2 dicembre 2021 con due inediti da solista. L’occasione è la tanto attesa proiezione nelle sale di “Diabolik”, film dei Manetti Bros. in uscita il 16 dicembre per il quale Agnelli ha scritto i brani che aprono e chiudono il film.

L’ultimo album originale è stato “Folfiri o Folfox”, legato come ormai noto alla scomparsa del padre, sotto l’insegna Afterhours. Agnelli ha poi pubblicato solo il disco legato al fortunato tour nei teatri “An Evening with Manuel Agnelli” (qui la nostra recensione), l’ultimo in giro per lo stivale, in cui l’Artista ha preso brani del repertorio Afterhours in compagnia del sodale Rodrigo D’Erasmo e fatto suoi brani di Elvis Costello, Lou Reed, Lana Del Rey – ma anche altri che non sono stati inclusi nel disco, come una spettacolare versione de “L’aquila” di Battisti eseguita durante il tour – che ha riproposto con nuovi arrangiamenti in chiave pianoforte e violino.

Tutto ciò che riguarda Agnelli risulta estremamente divisivo. Agnelli solista fa accapponare la pelle alla vecchia guardia che lo vorrebbe ancora scalmanato e irascibile a suonare nei club, che non gli perdona quel desiderio di rivalsa personale iniziato con la sua partecipazione a X Factor e non gli perdona nemmeno la popolarità che ne ha ricevuto. Come se avesse rubato qualcosa. O gli fosse stato regalato.

Gli Afterhours non sono storia vecchia, anzi, acquistano nuova linfa e nuovo pubblico dalla popolarità del frontman, che poi infondo non è mai stato tanto democratico, senza farne neppure grande mistero. Gli Afterhours sono diventati grandi e con loro il pubblico che li segue. Manuel Agnelli è divisivo perché fa le sue scelte a prescindere dai desideri altrui, e sembra non sbagliarne una.

Agnelli presenta così “La profondità degli abissi” e “Pam Pum Pam”. Il primo brano ha una ritmica potente, una struttura aggressiva e struggente allo stesso tempo, in cui si riconosce la provenienza Afterhours. Manuel calza la maschera e si trasforma così nello spietato Diabolik e ti chiede di non fidarti di ciò che vedi. Lo fa roteando il microfono, perché sotto la maschera c’è sempre lui. Potentissimo e simbolico il video, in cui Manuel in versione sadomaso – che simbolicamente potremmo identificare con il vecchio/giovane Manuel – muore, rinascendo sotto altra forma da un camuffamento sotto gli occhi di tutti per tutta la durata del video. Un cambio di pelle vero e proprio.

Se chiudi gli occhi “Pam Pum Pam” ti ispira “An Evening With Manuel Agnelli”: struttura con piano, violino e voce che ti trasporta in quei teatri sold out dove si esibivano durante il tour. In realtà l’atmosfera e la lirica vocale di Agnelli sembra provenire direttamente dalle canzoni d’autore degli anni Sessanta, per un viaggio musicale nell’epoca della creazione del fumetto da cui il film è tratto.

A ogni modo Agnelli risulta credibile e coerente con ciò che è stato e con la sua crescita di uomo e ha proposto due brani che sono perfettamente all’altezza del film, ma che hanno struttura anche come presentazione del nuovo Manuel. E se vi aspettavate una hit da solleone… forse avete sbagliato Artista. C’è solo da aspettare con fiducia, per esempio un nuovo tour dal vivo.

Articolo di Lia Baccelli

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