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Marco-Confetti

Marco Confetti “The Big Puzzle”

Buon esordio con sonorità che vanno dal Prog più classico all’Acid Jazz, all’Ambient

Marco Confetti è un batterista, docente, compositore molto presente, con oltre mille concerti al suo attivo sia in Italia che all’estero, nei quali ha diviso il palco con artisti nazionali ed internazionali, fra cui Zucchero, Sting, Paul Gilbert. Approda ora alla sua prima produzione da solista con un mini album di cinque tracce che sarà pubblicato il 12 marzo 2020 su Shunu Records, sia su supporto fisico che digitale.

“The Big Puzzle” è un lavoro prevalentemente strumentale, contiene infatti solo una traccia cantata, la cover di “Tomorrow Never Knows” dei Beatles, mentre il materiale originale è interamente composto e arrangiato da Marco Confetti. Il genere proposto potrebbe essere etichettato come fusion con sonorità che vanno dal Prog più classico all’Acid Jazz, all’Ambient.

Come spesso capita ai lavori strumentali, è molto facile che il tasso tecnico prenda il sopravvento rendendo l’opera un artefatto apprezzabile per lo più dai musicisti, in realtà “The Big Puzzle” riesce a sfuggire a questa equazione. Al netto della grande perizia tecnica mostrata non solo dal batterista ma anche dagli altri musicisti coinvolti, il disco è molto godibile e riesce a scorrere senza dare quell’impressione di saggio strumentale che a volte certi dischi di questo tipo possono dare, ed è anche probabile che l’unica traccia cantata su cinque sia stata inserita per rendere più eterogenea la proposta.

Si parte con l’accattivante basso synth di “Sonar” un pezzo che vede chitarra e tastiere ricamare su un tappeto ritmico piuttosto variegato, un pezzo che non ha lanci particolari né melodie portanti ma che riesce comunque a farsi apprezzare. Si migliora nettamente con “Nievole” un pezzo diviso in due con una prima parte dove la tastiera imperversa  sopra un una serie di pattern di batteria assolutamente pregevoli e una seconda più funky con un basso synth e un groove di batteria che si fa via via  sempre più articolato, tastiere dal sapore jazz scorrono sopra il tutto per finire con un breve riff di tastiera che potrebbe essere uscito dalle dita di Tony Banks.

“Dna” prosegue la selezione, è un pezzo che dopo una introduzione crea un’atmosfera sospesa su un riff ipnotico e un basso che si muove libero, un pezzo molto dinamico che sfocia in un finale guidato da un drumming più spinto. Il pezzo successivo, molto più energico del precedente, ha una bella struttura e un bel groove che rimanda a pezzi di Jeff Beck con Ian Hammer o addirittura a cose tipo Colosseum II, è un bel brano e risulta anche il più accattivante e memorizzabile della raccolta.

Chiude il disco la cover di “Tomorrow Never Knows” forse il pezzo più debole dei cinque, non tanto per inesistenti demeriti esecutivi, quanto per il fatto che non aggiunge molto alla versione originale, forse osare con una interpretazione più “coraggiosa” avrebbe premiato di più.

Un buon esordio per Marco Confetti, una scelta saggia a mio avviso non aver prodotto un disco con più brani, un lavoro che per durata e qualità può risultare appetibile a molti.

Articolo di Andrea Bartolini

Track list “The Big Puzzle”

  1. Sonar
  2. Nievole
  3. Dna
  4. Mike II
  5. Tomorrow Never Knows  (The Beatles cover)

Line up Marco Confetti: Marco Confetti Drums, programming / Giacomo Castellano Guitars / Filippo Guerrieri Synths, Keyboards / Cris Pinzauti Guest vocals on “Tomorrow Never Knows”

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