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Michele Lobaccaro “Navigazioni intorno al Monte Analogo”

Primo album da solista del fondatore dei Radiodervish

“Il Monte Analogo”, romanzo di René Daumal (Adelphi), ha ispirato diversi lavori musicali. Due editi nel giro di pochi mesi, e cioè “K3” dei Karma nel 2023, e “Navigazioni intorno al Monte Analogo” di Michele Lobaccaro, fondatore dei Radiodervish, che ha pubblicato il suo primo album da solista il 24 gennaio del 2024 per Cosmasola. Un lavoro intimo, che richiede un ascolto attento e completo, come ha spiegato lo stesso Lobaccaro nella nostra intervista. Si tratta di un concept, ma anche di una suite, composta da nove canzoni, che si possono dividere in tre parti. La prima triade è di fatto l’apertura del viaggio; la parte centrale, l’avventura che porta alla ricerca del Monte Analogo; mentre l’ultima triade è una prospettiva su questa ricerca.

Il libro, pubblicato nel 1952, è un romanzo rimasto incompiuto. Di fatto narra la ricerca di una possibilità. La vetta inviolata, l’unica fra tutte quelle che sono già state scalate, deve esistere, perché immagine e speranza di ciò che ancora non è stato scoperto e vissuto. Un orizzonte di senso grazie al quale l’umanità può vivere libera da schemi, gabbie e prigioni.

La prima triade, che si apre con “Succederà”, canzone che ricorda sia “La cura” di Battiato, sia “Cyrano” di Guccini, solo nei primi accordi, per poi farci immergere subito nel tema della necessità di mettersi in viaggio. Il presente, e cioè il nostro mondo, ci condanna ad una forzata programmazione e previsione di quello che ci circonda. Tutto deve essere ben definito; nulla deve essere lasciato al caso. E se dovesse succedere, come fu nel 476 D.C., che le cose all’improvviso non vadano come devono andare? Da catastrofe storica, avremmo a che fare anche con una catastrofe culturale, e di senso. Così non resta che guardarsi attorno, partendo dalla consapevolezza che anche noi, un giorno, saremo “Le cose passate”, come canta Lobaccaro nella seconda traccia, fra le più belle di questo lavoro.

Qui, come in altri brani, il legame con Battiato è forte, ma c’è anche una strada propria che Lobaccaro percorre senza alcuna ansia da prestazione, mettendo in gioco se stesso, sia come musicista che come cantante. E proprio il canto, inteso come preghiera, è la chiave di “Sogol”, canzone che vede la partecipazione, alla seconda voce, di Nabil Salameh, cantante dei Radiodervish, la band che Lobaccaro a contribuito a far nascere. Una canzone che ci riporta proprio a quel repertorio, fra i più interessanti della musica italiana degli ultimi 20 anni. Un testo che richiama la sintesi tipica di Giovanni Lindo Ferretti. Non solo, è una canzone costruita come un mantra, con una sua ripetitività interna che ha il compito di creare la differenza. Operazione voluta, come ha spiegato lo stesso Lobaccaro.

La parte centrale del disco è dedicata al viaggio. Il suono si fa meno impegnativo, e più ritmato. “Canto degli alpinisti sfortunati” è una bella ballata, quasi danza etnica, con un bel ritornello che potrebbe essere preso pari pari dalla musica tradizionale e popolare. “Le leggi del cuore” è una classica canzone a trazione quasi pop, con la struttura dei brani che vanno per la maggiore. Se fossimo al di fuori di un lavoro nato per essere ascoltato dall’inizio alla fine, questo brano sarebbe il singolo del disco. “Nel porto delle scimmie” ha un inizio quasi da composizione classica, con suoni rinascimentali. Anche la parte di pianoforte, tema che sorregge tutto il brano, è chiaramente un rimando alla musica colta.

Il viaggio si chiude con tre pezzi che sono letteralmente uno più bello dell’altro. Un crescendo davvero ben costruito. “Sfera e tetraedro” è il capolavoro di questo album. Canzone ricca di contenuto, con una costruzione che spazia da un’introduzione contenuta al pianoforte, all’estensione del ritornello, dove suono e voce si allargano per dare spazio ad un’apertura che può essere riempita anche da un’orchestra. “Uomini cavi” è l’omaggio più chiaro e cristallino alla musica di Battiato, con una costruzione che rimanda agli ultimi lavori del grande autore siciliano. Il finale, dove Lobaccaro non esce a riveder le stelle, ma ci chiede di proseguire il viaggio con nuove stelle all’orizzonte, è affidato alla voce di Juri Camisasca, personaggio iconico della musica italiana. Vivere il presente, consapevoli di quello che si è, uscendo da una logica meramente commerciale di idee, persone e azioni; sono il monito con il quale questo lavoro ci mette sulla strada della ricerca che, come da tradizione, è l’unica possibilità vera che ci resta, in un mondo ormai tutto prevedibile e codificato, anche in modo digitale.

Un’opera, quella di Lobaccaro, che richiama mondi sonori con i quali l’autore ha lavorato in passato e nel presente, ma che ha saputo codificare in un disco che ha una sua anima, una sua potenza intrinseca; capace di emergere, però, solo se ci si mette all’ascolto. Non è un lavoro per tutti e tutte. O meglio, è un’opera per chi ha voglia ancora, in un mondo liquido, di ascoltare in modo diverso. Di trovare qualcosa di nuovo, nel mare delle possibilità musicali che ormai sembrano già tutte percorse.
Insomma, serve mettersi in ascolto. Di se stessi, e della musica.

Articolo di Luca Cremonesi

Track list “Navigazioni intorno al Monte Analogo”

  1. Succederà
  2. Le cose passate
  3. Solo
  4. Canto degli alpinisti sfortunati
  5. Le leggi del cuore
  6. Nel porto delle scimmie
  7. Sfera e tetraedro
  8. Uomini cavi
  9. I giorni che verranno

Michele Lobaccaro online:
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