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Modest Mouse

Modest Mouse “The Golden Casket”

Il collettivo di Portland parte si dall’Indie-Rock per poi spiazzare nell’Emocore – quello fatto bene, quello Midwest – Dance ed Alt-Pop

Non si può parlare di scena indie statunitense degli ultimi vent’anni senza passare per i Modest Mouse. Ora, definire indie rock i Modest Mouse è semplificativo, il collettivo di Portland parte si dall’Indie-Rock per poi spiazzare nell’Emocore (quello fatto bene, quello Midwest della DeepElm Records), Dance ed Alt-Pop. Il suono dei Modest Mouse è intuibile ma non caratteristico, vista la natura istrionica della band.

Ovviamente tutto questo miscelare e coinvolgere diversi generi e stati d’animo durante la composizione dei dodici brani che compongono “The Gold Casket” (il frontman Isaac Brock esplora temi che vanno dal deterioramento della psiche umana, alla tecnologia moderna, alla paternità, tra speranza e disperazione. Le dodici tracce mutano in continuazione, subendo cambi di rotta e sbalzi d’umore, rispecchiando i conflitti interiori di Brock) che ricordiamo esce a distanza di sei anni da “Strangers To Ourselves” e che li ha fatti conoscere in tutto il mondo grazie alla hit “Lampshades on Fire”, descritta da NME come “brillantemente squilibrata”.

Da allora la band è andata in tour senza sosta, dimostrando di essere uno dei live act più interessanti di oggi. A settembre il gruppo si esibirà al “Life is Beautiful Festival” a Las Vegas e sono in arrivo le nuove date del tour. Da oltre vent’anni icona indie e filosofo rock, Isaac Brock descrive nelle sue tracce i cambiamenti del mondo, osservando il degrado della natura dai finestrini del suo van. Con questo ultimo disco, si introduce nella mente umana esplorando i mutamenti psichici attraverso il vetro dello schermo dello smartphone.

Di tutti gli album dei Modest Mouse, caratterizzati da un mix di esplosioni rabbiose e malinconia, questo è in un certo senso il più positivo: proprio come suggerisce il titolo, siamo tutti alla ricerca della strada per lo scrigno d’oro e questo è il percorso che Brock ha intrapreso.

Una notevole ricerca fra il punk grezzo e le sperimentazioni in studio, fra cori e stranezze vocali, campioni e sintetizzatori ad amplificare il bizzarro e, come diceva Isaac Brock un paio di righe in alto, il deterioramento di una psiche sofferente(?) e fragile, un connubio di paure e decisioni severe verso se stessi e gli altri.

Fra i testi spicca sovrano a mio parere quello di “Never Fuck A Spider On The Fly”: Oh, I don’t care for politics and it doesn’t care for me/I don’t like being watched by the TV/Well there’s a lot of news, a lot of news, a lot of news, a lot of news/And it all works as a web for you (Non mi interessa di politica e non importa per me/ Non mi piace essere guardato alla TV/ Beh, ci sono tante notizie, tante notizie tante notizie/ E funziona come una ragnatela per te).

Articolo di Alessandro Marano

Track list “The Golden Casket”

  1. Fuck Your Acid Trip
  2. We Are Between
  3. We’re Lucky
  4. Walking and Running
  5. Wooden Soldiers
  6. Transmitting Receiving
  7. The Sun Hasn’t Left
  8. Lace Your Shoes
  9. Never Fuck A Spider On The Fly
  10. Leave A Light On
  11. Japanese Trees
  12. Back To The Middle
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