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Monoscopes

Monoscopes “Painkillers and Wine”

Un viaggio nelle varie forme della percezione del dolore e della sua sublimazione in musica

Esce in CD, vinile e digitale il 28 gennaio 2022 “Painkillers and Wine”, disco di esordio dei Monoscopes, band guidata da Paolo Mioni già membro dei Jennifer Gentle e fondatore della band Alt-Blues Nicotine Alley. Quando la composizione delle nuove canzoni è terminata, Mioni si è messo in cerca di nuovi musicisti con cui suonarlo, in studio e dal vivo. Questi musicisti sono Francesco Sicchieri (Nu Bohémien) alla batteria e alle percussioni, Francesco Pagliarin (SlowMotionLove, Hinamuri, Replace The Battery) al basso, ai cori e all’occorrenza alla chitarra, Marco Degli Esposti (Cranchi, Art of Wind, The Great Northern X, La Notte Delle Streghe) alla chitarra, alle tastiere e ai cori. La lavorazione dell’album d’esordio è stata lunga e l’ingresso in formazione dei nuovi musicisti ha spesso condotto le canzoni verso nuove direzioni rispetto alle versioni originarie.

“Painkillers and Wine” viene pubblicato dalla Big Black Car Record, etichetta indipendente della band, ed è stato anticipato dai singoli “Sometimes You Just Get Lost” e “Ages Of You” ovviamente presenti nella tracklist del disco. Il quartetto veneto racchiude all’interno delle dieci tracce un tentativo di esorcizzare la sofferenza: Il dolore è la condizione fondante dell’esistenza e, alla pari del piacere, è una delle cose che ci fanno sentire vivi. “Painkillers And Wine” è un viaggio nelle varie forme della percezione del dolore e della sua sublimazione in musica. Del resto, lo cantava anche il grande Johnny Cash nella cover di Hurt dei Nine Inch Nails, facendo proprio il testo di Trent Reznor: «I hurt myself today, to see if I still feel.

Il disco è un osanna all’Indie-Rock con una forte impronta di Americana e completamente incentrato sulla melodia. Le trame tecniche delle canzoni sono estremamente lineari e semplici con la voce sempre in primo piano, come voluto dal Mioni. Tra i vari punti di riferimento la band ricorda i Big Star di “Big Black Car”, gli Spiritualized e i Velvet Underground. È sempre Mioni a parlare: Una delle ispirazioni più forti è “Third/Sister Lover”s dei Big Star, uno dei miei dischi preferiti in assoluto, le cui atmosfere cupe e malate, assieme a un approccio più scuro al Pop, influenzano fortemente alcuni brani. Degli Spiritualized amo l’incontro fra Psichedelia e Gospel con la componente più rumorosa. Dei Velvet Underground mi interessa molto, invece, l’incrocio fra canzoni che sono Rock’n’Roll o Pop ma impegnative a livello di contenuti, fra dolcezza apparente e ruvidezza delle storie raccontate nei testi, con particolare rimando al terzo album omonimo.

Le tematiche delle altre canzoni in scaletta vanno dalla morte di una persona cara alle droghe, dalla commiserazione e dai comportamenti autodistruttivi alla paura del palcoscenico, sino ad amori presenti e passati. Un bagaglio di tormenti che può alleggerirsi grazie al senso di libertà trasmesso da un veicolo a quattro ruote, in salvifico procinto di lanciarsi nel nulla di una strada polverosa, preferibilmente a stelle e strisce. La copertina dell’album, realizzata da Antonio Campanella, si collega non a caso a un classico immaginario automobilistico e guarda tra le altre cose agli scatti di William Eggleston, fotografo statunitense degli anni ‘70. 

In fondo, niente può andare storto mentre si va, mentre il disco gira sul piatto.

Articolo di Alex Marano

Tracklist “Painkillers and Wine”

  1. The Hospital Room
  2. Ages Of You
  3. The Edge Of The Day
  4. A Drop In The Ocean
  5. Standing By The Light
  6. Sometimes You Just Get Lost
  7. I Should Have Known
  8. Waiting For The Morning Light
  9. What It Takes
  10. I’m Gonna Cry Till The Day That I Die

Line-up Monoscopes: Paolo Mioni Chitarra, Electric Piano, Voce, Organo / Francesco Sicchieri Batterie /  Francesco Pagliarin  Basso, Chitarra  / Marco Degli Esposti Chitarra, Tastiere e Cori

Monoscopes online:

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https://www.instagram.com/monoscopes/
https://monoscopes.bandcamp.com/

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