Mr Bison, trio toscano con 11 anni di vita, escono il 16 novembre 2020 con il loro quarto lavoro “Seaward”, un album di sette brani della durata di circa quaranta minuti. Nella loro vita pre-pandemica Mr Bison hanno girato l’Europa e gli Stati Uniti aprendo per una sequela interessante di artisti di caratura internazionale (non ve li elenco, andateveli a leggere sulla loro pagina Facebook, cosi vi guardate anche due foto).
Il gruppo, sulla carta, suona un Rock influenzato dallo Stoner, o anche un Blues contaminato dalla Psichedelia. Quindi cosa ci si aspetta di ascoltare una volta premuto PLAY? Ci aspettiamo qualcosa che spazi da Hendrix ai Pink Floyd, magari con inserti più duri alla Black Sabbath. Ma tutti fermi, siamo nel 2020 e andar ad incasellare una band in funzione della storia della Musica è semplicemente anacronistico, soprattutto se la band ha un ottimo songwriting.
Quindi ripartiamo da capo. Premendo PLAY cogliamo molte sonorità note, che pescano con gusto da una robusta pletora di band e generi.
I sette brani scorrono, a tratti permettendo di assaporare dilatazioni ritmiche – vedi il terzo brano “I’m The Storm”, che cito solo perché sta scorrendo nelle mie cuffie in questo istante – con un robusto lavoro sia sulle armonie che sulle melodie. L’impressione acustica è che dall’altra parte della cuffia possiamo trovare parecchia gente e non solo i musicisti della band. L’effetto sonoro è spazialmente ben distribuito e permette un ottimo “respiro” di musica.
I brani sono probabilmente stati scritti in modo molto diretto, in sala prove. Si sente che buona parte delle sezioni scritte viene da lunghe jam che mi lanciano direttamente negli anni ’70 e nella musica americana. Penso che nella scrittura la band abbia curato molti aspetti che possano riguardare le esecuzioni live in quanto l’intero disco potrebbe essere una unica sessione di registrazione live e non ce ne renderemmo conto.
Spicca un interplay gradevolissimo, frutto della esperienza che i tre musicisti hanno vissuto sui palchi e delle tantissime ore passate insieme, sia suonando che vivendo lo stesso progetto. Il suono risultante è caldo, molto affiatato, con una scelta e una ricerca di suoni molto “old school”, con valvole spinte a colori insoliti, e una batteria che suona molto naturale.
Come va ascoltato questo disco? Ecco, qui mi devo fermare un istante. Come capita spesso nelle mie recensioni, scrivo dei vari lavori che ascolto solo dopo aver differenziato le fonti sonore, e questa volta vi posso dire che ho provato sia in cuffia “a spasso”, che guidando, che stando a casa e devo ammettere che “Seaward” mi ha conquistato soprattutto in casa e a spasso mentre potevo concedergli l’attenzione che merita. È un’opera che esige un ascoltatore preparato al gustare la musica stessa, ogni brano non degnato della corretta attenzione sfugge via senza esser trattenuto. Non siamo davanti a un disco di sottofondo, ma a un disco “protagonista”.
Quindi mi sbilancio dicendo che 3/4 ascolti almeno sono necessari, bisogna dargli tempo come a un buon vino per essere gustato, perché un solo assaggio non è sufficiente. Come sempre, scegliete l’ascolto e se avete piacere ditemi se la vedete come me.
Articolo di Marco Oreggia
Tracklist “Seaward”
- Seaward
- From The Abyss
- I’m The Storm
- Oudeis
- The Sacrifice
- Underwater
- The Curse
Line up Mr Bison
Matteo Bersacchi – Chitarra/Voce
Matteo Sciocchetto – Chitarra/voce
Matteo D’Ignazi – Batteria/Effetti/Voce