Non è casuale la data d’uscita di “Malèssere”, ultimo album dei Mutonia: 10 ottobre, giornata della salute mentale. Il nuovo lavoro della band cepranese infatti è un concept album che, attraverso storie di vita personali (che tuttavia riescono a risultare universali) cerca di sviscerare il problema del disagio psichico, male onnipresente che ci accompagna lungo tutta l’esistenza e da cui nessuno sembra poter essere immune, oggi men che mai.
I Mutonia trovano un modo interessante di porre la questione: ci fanno notare che questa sensazione di smarrimento ormai fa parte di noi. Il senso di vuoto, d’inadeguatezza, la tensione alla negatività e al disagio, a volte sembrano quasi tenerci in piedi, come fossero un monito che ci fa stare all’erta nei confronti del mondo. Ed è proprio da questo assunto che parte l’album, col ritornello della title-track che recita: Malèssere, prenditi cura di me;una sorta di richiesta di muto-aiuto venata dalla paura di un pericolo reale: quel sentimento prima o poi, se mal gestito, potrebbe schiacciarci. Supportata da un videoclip semplice e d’impatto, con la band che si staglia sul bianco e le frasi del testo che scorrono a sottolineare la tematica trattata, “Malessere” è una opener efficace, preludio di un disco convincente.
“Baby”, pesante e trascinante, a mio avviso rappresenta il punto d’incontro fra il vecchio mood della band e il nuovo corso: un impianto stoner dalle sonorità graffianti e desertiche ma con un senso melodico che non viene mai dimenticato. Un plauso alla linea vocale di Prostin, che ha voglia d’iniziare a far ascoltare la sua vocalità in maniera più completa, come in questo caso testimonia l’uso del falsetto o, in varie zone del lavoro, nei momenti in cui getta la maschera del graffiato per farci ascoltare la sua voce naturale.
Il passaggio all’italiano, che potrebbe far tremare i polsi e far cadere molte band, è ben gestito: i Mutonia risultano credibili anche da “scoperti”, e a livello strumentale non rinunciano alle derivazioni esterofile che sono sempre state il loro marchio di fabbrica. In “Vivo”, ma un po’ in tutto il disco, l’ombra lunga di Manuel Agnelli si fa sentire… attenzione, non si tratta mai di scimmiottamento, piuttosto dell’assorbimento intelligente di un approccio che a mio avviso è stato vitale per farli uscire indenni da questa nuova mutazione. Prima dell’esperienza a X Factor, infatti, difficilmente sarebbe venuto fuori un brano come “Ascoltami”, con una partenza al piano e una sorprendente orchestrazione generale. “Indifferente” parte dal classico intro basso/percussione per esplodere del tutto in un’onda sonora travolgente, salvo poi articolarsi in un riuscito saliscendi di stop and go.
Di “Tutta Fortuna” abbiamo già parlato qui su Rock Nation ai tempi della primissima uscita: un brano diretto e senza fronzoli, supportato da un bellissimo videoclip nel quale il regista Maives (Mattia Viselli) riesce a restituire molto bene la tematicità della composizione in termini di simboli e immagini.
“Musica Pesante” si contamina di influenze Indie Rock, soprattutto negli arrangiamenti a sostegno di strofa e pre-ritornello. In “Viaggiare” è tempo di clap-hands, di una giocosità più marcata rispetto al resto del disco, e con un andamento che permette di far emergere quelle immagini evocate in maniera ermetica. “Fino Alla Fine” concede spazio a una delicata chitarra acustica, e quando la band rompe gli schemi classici, sia in termini di arrangiamento che di ricerca sonora, vengono fuori le cose più interessanti, l’attenzione nell’ascolto sale. “Ancora”, più che sul versante musicale, è interessante nelle liriche, che ci raccontano dell’attesa di un qualcosa che sembra non avverarsi mai, sensazione che può essere spalmata su innumerevoli situazioni della vita di ognuno. “Maledetta” spinge fin dall’attacco, picchia duro sia metalleggiando con chitarra e batteria che affondando con le parole.
Chiude il lavoro “Amica Fragile”, il brano più lungo del disco, cinque minuti granitici che sfociano in una coda strumentale ostinata, una di quelle soluzioni che dal vivo troveranno senza dubbio la loro dimensione ideale. E a proposito di appeal live, i Mutonia sono sempre stati una garanzia sul palco: compatti, potenti, di sicuro impatto. Non resta dunque che seguirli nel tour attualmente in corso che li sta portando su e giù per lo Stivale, e restare in ascolto di una realtà ormai consolidata che, ne sono certo, continuerà a crescere e a far parlare di sé.
Articolo di Simone Ignagni
Track list “Malèssere”
- Malèssere
- Baby
- Vivo
- Ascoltami
- Indifferente
- Tutta Fortuna
- Musica Pesante
- Viaggiare
- Fino Alla Fine
- Ancora
- Maledetta
- Amica Fragile
Line up Mutonia: Prostin-Matteo De Prosperis: chitarra, voce / Fabbio-Fabio Teragnoli: basso, synth / Mr. Taco-Lorenzo Riccobene, batteria
Mutonia online:
You Tube https://www.youtube.com/@MUTONIA_ROCK
Facebook https://www.facebook.com/mutoniarock
Instagram https://www.instagram.com/mutonia_rock/