Fuori il 4 settembre per Deko Entertainment “Mission To Mars”, il nuovo album dei Nektar. La band inglese, formatasi nel 1969 ad Amburgo, è una pietra miliare del Rock contemporaneo, espressione di un Prog sinfonico di spessore abbinato a una musica psichedelica e sperimentale, contaminata anche da sonorità krautrock e space rock. La lunghissima carriera dei Nektar si distende ormai come una migrazione intergalattica su più di cinquanta anni di storia della musica e seppur tormentata da interruzioni e cambi di formazione, è sempre riuscita a rinnovarsi attraverso nuovi interpreti e a continuare l’esplorazione cosmica verso mondi sconosciuti.
Derek “Mo” Moore, unico superstite della formazione originale, che aveva già ripreso il progetto dall’ultimo album “The Other Side” del 2020, guida ancora una volta l’irriducibile spirito creativo di questa band e torna sulla scena discografica con “Mission To Mars”, annunciato come la prima parte di una trilogia, a testimonianza del vivido desiderio di musica che continua e continuerà il suo viaggio. I Nektar dimostrano che c’è ancora tanto suono da esplorare, ampliando i propri orizzonti verso nuovi territori melodici che, pur muovendo dal Prog, contemplano e beneficiano della potenza dell’Hard Rock.
La rockeggiante title track ci introduce subito in questo nuovo clima con riff potenti e il ritmo; un pezzo dallo sviluppo trascinante, quasi festoso, con la voce graffiante di “Mo” Moore che richiama qualche spunto West Coast, mentre la band grida un liberatorio Scream and shout. La seconda parte del brano è interamente occupata da una lunga sezione strumentale dove le tastiere prima, il synth e la chitarra poi, riportano all’Art Rock tipico della band che esibisce tutta la sua bravura.
Non è affatto semplice spaziare tra sonorità così eterogenee, ma i Nektar ci riescono con uno stile e un affiatamento che conserva le tracce delle origini nonostante gli anni. Il chitarrista Ryche Chlanda, per esempio, membro di lunga data dell’ensemble, sfodera performance eccezionali con i suoi spunti virtuosi, ricordando spesso lo stile del compianto Roye Albrighton, membro fondatore scomparso nel 2016. In “Long Lost Sunday” possiamo apprezzare un altro saggio del suo talento in una melodia dai sapori nostalgici con qualche suggestione adult oriented rock dove si esalta la strepitosa sezione centrale di Moog da parte dell’ottimo tastierista Kendall Scott.
Le digressioni musicali dei Nektar non possono però prescindere dalle origini prog che trovano consacrazione nella mini-suite “One Day Hi One Day Lo”, un concentrato di squarci melodici carichi di malinconia, momenti più ariosi e spunti heavy con qualche suono seventies che occhieggia tra le partiture. La più intimista e psichedelica “I’ll Let You In” è una ballata da brividi che, dopo un inizio acustico, aumenta i giri, chiudendo l’album in modo eccezionale. Il suo ritornello evocativo, piano e voce a duettare nel finale sono momenti di intensità unica.
“Mission To Mars” suscita forti emozioni e altrettanta curiosità per le prossime tappe di questo lunghissimo e meraviglioso viaggio. I Nektar dimostrano tutta la loro classe con un album di rara eleganza che esibisce un’eclettica gamma sonora, forgiata anche da anni di esperienza internazionale. L’intesa speciale tra questi pionieri dello spazio sonoro continua incessantemente a sorprenderci trovando la musica anche dove sembra impossibile sprigionando vivaci scintille di Prog in manciate di armonie stellari. Consiglio vivamente l’ascolto di questo gioiello, godetevi il viaggio.
Articolo di Carlo Giorgetti
Track list “Mission To Mars”:
- Mission To Mars
- Long Lost Sunday
- One Day Hi One Day Lo
- I’ll Let You In
Line up Nektar: Derek “Mo”Moore basso, voce, cori / Ryche Chlanda chitarre, cori / Kendall Scott tastiere, sintetizzatori / Maryann Castello voce, cori / Jay Dittamo batteria, percussioni
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