Gli Oddland nascono a Turku, Finlandia, nel 2003, e l’11 marzo 2022 danno alla luce su UPRISING! Records il loro terzo album, e non hanno certo inventato un nuovo genere, su questo non ci piove … Ma quello che fanno, lo fanno maledettamente bene, e allora le chiacchiere stanno a zero. Il timbro di certe produzioni scandinave è riconoscibile in maniera immediata, forse troppo, ma il suono è decisamente buono, l’artwork di livello, e i musicisti che compongono questa band sanno perfettamente cosa fare. Le ritmiche di Ville Viitanen e Joni Palmroth rimandano spesso ai Meshuggah o ai Tesseract, mentre le scelte armoniche spaziano dai Marillion agli Anathema, anche se parliamo sempre di contaminazioni e non tristi emulazioni. Una band assolutamente prog che strizza l’occhio al Djent e si distingue per fantasia, gusto e compattezza: questo lavoro è davvero una piccola gemma.
L’album si apre con la suite Vermilion, divisa in cinque episodi che si susseguono in maniera armonica. L’intro “Arrival” si apre con un piano che insiste sulla stessa nota, trasmettendo una certa inquietudine, suggestiva e malinconica. Tutto molto riuscito fino all’ingresso di un tema di sax che ho trovato decisamente fuori contesto. Ma non appena parte il sitar di “Below”, e il conseguente schiaffo sonoro, tutto torna al posto giusto. I brani del disco sono spesso scomposti in tempi dispari (gli Oddland tengono assolutamente fede al loro stesso nome) e numerosi break, ma scivolano via senza mai appesantire l’ascoltatore, rendendo l’album mai banale e mantenendo il livello di attenzione sempre alto.
Con “The Walls Of The Mind” le atmosfere tornano malinconiche e cupe, con le soluzioni armoniche che ancora una volta strizzano l’occhio ad un gusto arabeggiante. Ojanen ci da un primo accenno di growl, non marcatissimo ma molto riuscito, mentre le ritmiche restano serrate e incessanti. La cosa che stupisce è come la band riesca a spaziare così tanto all’interno di brani tutto sommato corti -l’intero disco dura poco meno di 40 minuti, altra scelta azzeccartissima-, senza dare mai l’idea di voler strafare. Il finale del pezzo cambia direzione e ci guida direttamente in “Feed The Void”; basso e cassa sono martellanti in quello che è sicuramente uno dei picchi dell’album.
La suite si chiude con il quinto e ultimo pezzo, “Emancipator”, che lascia filtrare un po’ di luce fra i toni malinconici delle composizioni dei finnici attraverso un uso massiccio di tastiere e synth e delle soluzioni armoniche calde e avvolgenti, pur nella loro complessità. “Pathway” è un saggio delle doti e della versatilità di Ojanen, un brano atmosferico, introspettivo, sussurrato. Riporta l’ascoltatore ad uno stato di pace che verrà stravolta dalle devastanti scariche sincopate di “Resonance”, un pezzo aggressivo, completo e bellissimo.
“Unity” chiude questo splendido lavoro riassumendo perfettamente ciò che gli Oddland hanno espresso per l’intera durata del disco: questa band ha sfornato un piccolo capolavoro che non deve assolutamente essere ignorato. I ragazzi di Turku confermano quanto di buono fatto con “Origin” nel 2016, mostrando però il coraggio di osare e sperimentare; alzano il tiro e centrano il bersaglio grosso, entrando di diritto fra le realtà più solide e interessanti dell’intero panorama Prog scandinavo. E non solo, mi verrebbe da dire.
Articolo di Senio Firmati
Track list “Vermilion”
1. Vermilion Pt.1 Arrival
2. Vermilion Pt.2 Below
3. Vermilion Pt.3 The Walls of the Mind
4. Vermilion Pt.4 Feed the Void
5. Vermilion Pt.5 Emancipator
6. Pathway
7. Resonance
8. Unity
Lineup Oddland: Sakari Ojanen vocals, guitars / Jussi Poikonen guitars / Ville Viitanen drums / Joni Palmroth bass
Oddland online:
https://www.facebook.com/oddland
http://oddlandband.com/
https://www.instagram.com/oddlandband/