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Ossi

Ossi “Ossi”

Psichedelia, Garage Rock e anche Beat e Lo-fi, queste le fondamenta sulle quali poggia il progetto

Esce il 9 settembre 2022 per Snowdonia Dischi “Ossi”, omonimo album di debutto per il nuovo progetto di Vittorio Nistri e Simone Tilli. Due anni dopo “La chiamata” l’ultimo album dei Deadburger Factory (la nostra recensione), un album dal suono tribale e sperimentale, Vittorio e Simone, da più di 40 anni sulla scena con una pletora di progetti e stili musicali, ci spediscono una cartolina con una foto del nostro presente e una colonna sonora che parte dal passato ma cerca di proiettarsi nel futuro.

Psichedelia, Garage Rock e anche Beat e Lo-fi, queste le fondamenta sulle quali poggia il progetto Ossi, un progetto che nello stile dei musicisti comincia dalla forma per poi arrivare al contenuto. L’album esce in formato 33 giri con una colorata copertina gatefold contenente un fumetto di 28 pagine e un inserto con i testi tradotti in inglese, a eccezione dell’immagine sulla front cover opera di Andrea Pazienza, un scheletro che mostra il suo “osso”, tutte le coloratissime immagini nonché il logo della band sono opera di Ugo De Lucchi, una scelta grafica che inevitabilmente rimanda alle variopinte copertine di celebri album usciti nella seconda metà degli anni ’60 e primi ’70. E questo ci porta finalmente alle dodici tracce contenute sulle due facciate di “Ossi”.

Cominciamo col dire che il Rock è la chiave di lettura di questo lavoro, ma etichettare “Ossi” semplicemente come un disco rock sarebbe riduttivo, questi cantastorie psichedelici, come amano definirsi Vottorio Nistri e Simone Tilli si sono circondati di un piccolo manipolo di musicisti, Dome La Muerte e Andrea Appino alle chitarre, Bruno Dorella e Silvio Brambilla alla batteria e con loro sono partiti da una base garage rock destrutturandola e ricucendola all’occorrenza, ricorrendo all’elettronica, alla naturalezza dei suoni percussivi, usando campionamenti di vario tipo e ovviamente lasciando che le chitarre costituissero l’ossatura principale.

Si tratta anche di un disco che non cade lontano dal proprio tempo e l’intro che ci porta al primo breve Rock’n’Roll del disco “Ventriloquist Rock”, per mezzo di un collage di campionamenti, ci dà un assaggio nudo e crudo della miserabile condizione in cui il mondo della comunicazione si trova. “Ricariche” prosegue con realistica semplicità e schiettezza e un groove dal sapore tex-mex, mentre “Hasta La Sconfitta Siempre” ricorre a un lisergico Rock Blues per esprimere il senso di disillusione di chi è abituato alla sconfitta.

Le chitarre acustiche guidano una orecchiabile “Toy Boy” che ci accompagna verso “Out Demons Out” oltre nove minuti di viaggio attraverso la follia, i lucidi calcoli e la spregiudicata noncuranza verso il bisogno comune con i quali abbiamo convissuto in questi ultimi due anni e mezzo, voci che ci arrivano da un passato ancora molto prossimo guidati da un groove molto 60’s e animato dal suono acido delle chitarre e del sitar elettrico, una lunga suite divisa in sette parti la seconda delle quali contiene una rivisitazione dell’omonimo brano di Edgar Broughton Band.

Abbiamo definito questo lavoro una specie di cartolina del nostro presente ed è questo quello che sono “Monk Time”, un riadattamento del brano dei The Monks del 1966, “Miss Tendopoli” e “Naturalmente Non Possiamo Pagarti” piccoli spaccati a ritmo di Rock delle bruttezze e iniquità con le quali dobbiamo confrontarci ogni giorno. La commistione di vari elementi è prerogativa costante e quindi dalla beat-box di “Lei è grunge lui è urban cowboy” si passa al folk punk di “O Pisciaturu”, “Per sollevare il morale del capo/Ossi di coda” richiama certe atmosfere dei The Doors, mentre “Navarre” che chiude l’album è una piccola favola sulla morte, rarefatta e crepuscolare.

Un album e un progetto che si potrebbe definire, probabilmente sbagliando, di denuncia, in realtà i cantastorie sia che avessero una chitarra acustica, un armonica o tutta una band con loro, hanno sempre e solo raccontato le storie del loro tempo stimolando la riflessione. In “Ossi” oltre a questo c’è anche una ricerca, un tentativo di ricodificare certi suoni del Rock e il risultato è un album che suona sì rock dall’inizio alla fine ma senza obbligatoriamente esserlo per definizione.

Articolo di Andrea Bartolini

Track list “Ossi”

  1. Ventriloquist Rock
  2. Ricariche
  3. Hasta La Sconfitta Siempre
  4. Toy Boy
  5. Out Demons Out
  6. Monk Time
  7. Miss Tendopoli
  8. Naturalmente Non Possiamo Pagarti
  9. Lei E’ Grunge Lui Urban Cowboy
  10. Pisciaturu
  11. Per Sollevare Il Morale Del Capo/Ossi Di Coda
  12. Navarre

Line up: Vittorio Nistri Keys, electro noises / Simone Tilli Vocals / Andrea Appino Guitars / Dome La Muerte Guitars / Bruno Dorella Drums / Silvio Brambilla Drums on “Out Demons Out” / Carlo Sciannameo Acoustic bass

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