“Ordinary Man”, il nuovo lavoro di Ozzy Osbourne prodotto da Andrew Watt, battente etichetta Epic è uscito il 20 febbraio 2020, dopo dieci anni di silenzio discografico e dopo due album, “Scream” e “Black Rain”, che si sono fatti dimenticare troppo presto, a cinquant’anni dal primo omonimo album dei Black Sabbath. La release è stata anticipata lo scorso novembre dai singoli “Under the Graveyard” e “Straight to Hell”, frutto della collaborazione con Slash. Il nuovo anno inizia alla volta del terzo singolo, e title track del disco, “Ordinary Man” che vede il Principe delle Tenebre cantare in un insolito duetto con Elton John.
Mezzo secolo esatto è passato da “Black Sabbath”, esordio di The Oz con la sua storica formazione con la quale stravolgerà per sempre lo scenario musicale, imponendo con prepotenza il genere Heavy. “Ordinary Man” arriva immediatamente dopo l’annuncio della grave malattia di Ozzy e degli innumerevoli live cancellati, riconfermati e poi annullati nuovamente. Infezioni, ricoveri, studi che ne attestano un particolare mutamento genetico, tweet preoccupati sul un suo precario stato di salute. Ma niente di tutto ciò ha fermato The Madman, arrivato alla registrazione di questo lavoro in un inaspettato e inimmaginabile stato di grazia, spinto da nuova verve e un’energia ritrovata arrivata a seguito della collaborazione con Post Malone per il brano “Take What You Want”, circostanza in cui conosce il suo produttore Andrew Watt che fortemente vorrà con sé per la produzione del disco.
Per questo album testamento Ozzy si è voluto circondare di professionisti che ne garantissero la perfetta riuscita; uno sguardo ai colleghi musicisti del passato e una strizzata d’occhio al presente, in cabina di registrazione viene accompagnato da Chad Smith alla batteria, Duff McKagan al basso e dal già citato Watt alla chitarra; se qualcuno temeva in una sdolcinata tenera rimpatriata durante l’orario di visita alla clinica, si è dovuto ricredere al primo byte di novembre, perché “Under the Graveyard” masticava già duro, un singolo nel quale viene ripercorsa la lotta contro le dipendenze dall’alcool e dalle droghe.
Il videoclip che lo accompagna mostra gli anni del declino di un giovane Ozzy, prima dell’arrivo della futura moglie Shannon accorsa in suo aiuto. “All right now!” e su “Straight to Hell” veniamo rimbalzati direttamente nel 1971, la chitarra indiavolata di Slash e un ritmo con i controcoglioni ci riportano agli albori della carriera del Padrino dell’Heavy Metal e a quel capolavoro che era “Master of Reality”. Se è vero che nei momenti post mortem ripercorriamo per intero la nostra vita, “Ordinary Man” ci fa fare la stessa esperienza attraverso quella di Osbourne e alla sua carriera votata all’autodistruzione, ma che da qualche decennio abbondante puntualmente ne rimanda il fatidico appuntamento.
Con i brani “All My Life”, “Goodbye” e “Today is the End”, c’è la chiara volontà di esorcizzarlo, il concetto di morte, tema portante dell’intero album. Brani pensati in chiave moderna ma che abbracciano le cupe atmosfere del passato. Per intonare il saluto perfetto, non poteva che scegliere a suo fianco un artista che allo stesso suo modo ha giocato fino al limite con gli eccessi, pur opposto musicalmente parlando, trattasi di Sir. Elton John. È bastato questo singolo per catalizzare nuovamente attorno a sé l’attenzione mondiale. “Ordinary Man”, un saluto di due persone non certo ordinarie, che non hanno nessuna intenzione di lasciarci in modo convenzionale. Insieme a Elton al piano e alla voce e Slash alla chitarra, Ozzy torna alla composizione di una gran bella ballata, esattamente come quelle a cui ci aveva abituato negli anni Ottanta.
Sul brano “Scary Little Green Men” troviamo un’altra collaborazione degna di nota, quella con le corde di Tom Morello. “Eat Me” e “Holy for Tonight” scorrono come da programma. Dopo la prima collaborazione, Post Malone e Ozzy tornano insieme su “It’s a Raid”, ennesima folle uscita Osbourniana decisamente lontana da tutto il resto dell’album dove si canta, ci si diverte e ci si manda allegramente e liberamente tutti affanculo.
Pipistrelli, tenebre ed eccessi a parte, questo album ci mostra un lato fino a ora inedito di un artista consapevole del suo peso e consapevole anche che Ashes to ashes, watch me disappear, closer to home because the end is near. Al netto di ogni considerazione, credo che ogni musicista segua una parabola evolutiva che prima o poi lo conduce alle proprie origini le quali fungono da nuova linfa e ispirazione e fa sì che, in qualche modo, queste vengano riscritte. “Ordinary Man”, un album che segna il ritorno di chi non se ne andrà mai più.
Articolo e foto di Andrea Scarfì
Track List “Ordinary Man”
- Straight to Hell – 3:45
- All My Life – 4-18
- Goodbye – 5:34
- Ordinary Man (feat. Elton John) – 5:01
- Under the Graveyard – 4:57
- Eat Me – 4:19
- Today is the End – 4:06
- Scary Little Green Men – 4:20
- Holy for Tonight – 4:52
- It’s a Raid (feat. Post Malone) – 4:20
- Take What You Want (Post Malone feat. Ozzy Osbourne & Travis Scott) – 3:49
Line up Ozzy Osbourne: Ozzy Osbourne voce / Andrew Watt chitarra / Duff McKagan basso / Chad Smith batteria