Prima dei Led Zeppelin e degli Who ho avuto la possibilità di vedere dal vivo Solomon Burke, Otis Redding e i Temptations… così scrive Paul Stanley nelle note del debutto dei “suoi” Soul Station. Chi ha avuto la possibilità di andare a un concerto di questa band un po’ di anni fa, sa che i “ragazzi” fanno sul serio, primo fra tutti Paul stesso.
I maligni o i prevenuti hanno già iniziato la loro sterile campagna denigratoria “Non ha più la voce per cantare le canzoni dei KISS e si sta riciclando …” come se cantare queste canzoni fosse una cosa semplice. Questo disco distrugge tutti gli stereotipi che sono propri di chi non ha capito cosa vuol dire amare la musica. Musica è espressione, è desiderio di comunicare e dovrebbe essere anche stimolo a scoprire e ricercare sempre. Il popolo rock purtroppo negli anni ha perso sempre più la voglia di essere stupito; preferisce la sicurezza di dischi rimasticati, nei quali gli stessi artisti sono spesso costretti a fare l’imitazione di loro stessi.
Gli stessi KISS sono l’esempio di questo: un enorme spettacolo ormai senza sostanza. Il loro strepitoso repertorio – perché sono poche le band che possono permettersi una sequenza di dischi belli e di successo come “Dressed To Kill”, “Destroyer”, “Rock’n’Roll Over” e “Love Gun” – ormai è la colonna sonora dei fuochi d’artificio e dei “quadri” – proprio come quelli di Achille Lauro all’ultimo Sanremo – del Vampiro che sputa sangue, dello Starchild che vola sul pubblico o della chitarra del (falso) Spaceman che esplode.
Con questo disco Paul Stanley rivendica se stesso, la sua dignità, ed espia i suoi peccati venali, offrendoci una performance vocale STREPITOSA, dimostrando di saper usare la sua voce come pochi altri rocker della sua età. Se ne volete la prova andatevi subito ad ascoltarvi “Let’s Stay Together”, uno di quei pezzi “impossibili” perché cercare di gareggiare con Al Green è paragonabile a un suicidio. Il falsetto di Paul è sinuoso e sensuale e ti fa venir voglia di ballare prima per poi immaginarti a letto con la donna (o l’uomo) dei tuoi sogni, carezzato da lenzuola di seta.
C’è forma e sostanza in questo disco: arrangiamenti impeccabili, filologici nelle cover e in stile nei brani originali, e c’è cuore e un desiderio palpabile di condividere l’amore per questo sound tanto avvolgente come strabordante. Ascoltando “O-O-H Child” o “I, Oh I”, scritte e arrangiate dallo stesso Stanley, si percepisce forza la maturità del suo songwriting e di quanto questa musica lo abbia accompagnato negli anni.
Improvvisamente il mio amore per “Unmasked”, uno dei dischi più bistrattati dei KISS, trova un’ulteriore motivazione: quel disco offriva un’opportunità per aprirsi a nuovi suoni e stimoli, ad ascoltare altri generi. Mi reputo abbastanza fortunato da aver ascoltato quel disco con l’innocenza di chi ancora non aveva sviluppato i propri gusti e non si era ancora imposto stupidi limiti di appartenenza. “Now & Then” mi ricorda tutto questo e mi fa sentire fortunato di aver avuto in tutti questi anni dei maestri così lungimiranti che mi hanno nutrito e mantenuto libera l’immaginazione.
Grazie Paul.
Articolo di Jacopo Meille
Foreword di Francesca Cecconi: Jacopo recensisce questo disco con una sensibilità musicale non comune. Al di là dei gusti, delle visioni, dei giudizi, dei preconcetti – dissento però sulla mancanza di sostanza degli spettacoli dei KISS, o forse dissento soltanto sulle performance di Paul e Gene (gli altri sono comparse, sì, di poca sostanza).
Si parla di un disco leggero, nell’accezione migliore del termine, e al tempo stesso complesso, raffinato.
È un disco che però, per quanto curato, pensato, cesellato, risulta tutt’altro che artefatto.
È un disco ricco e umile al tempo stesso. Contiene il coraggio di mettersi a nudo, è una sfida all’immaginario collettivo verso un artista che è un icona di un genere musicale ( e per me un mito, insieme all’ “altro” Paul).
È un disco caldo, generoso, non va di fretta, ha una dimensione affettiva che avvolge, e sì che ce n’è bisogno. Ha un’anima. Quella di Paul, una delle voci maschili più belle in circolazione, in assoluto.
E non solo del Rock, appunto.
Tracklist “Now & Then”
- Could It Be I’m Falling In Love
- I Do
- I, Oh I
- Ooo Baby Baby
- O-O-H Child
- Save Me (From You)
- Just My Imagination (Running Away With Me)
- Whenever You’re Ready (I’m Here)
- The Tracks Of My Tears
- Let’s Stay Together
- La-La – Means I Love You
- Lorelei
- You Are Everything
- Baby I Need Your Loving
Line up Soul Station
Paul Stanley – lead vocals
Alex Alessandroni – musical director, keyboards
Eric Singer – drums, backing vocals
Sean Hurley – bass
Rafael Moreira – guitars, backing vocals
Ray Yslas – percussion
Ely Rise – keyboards
John Papenbrook – trumpet
Crystal Starr – backing vocals
Laurhan Beato – backing vocals
Gavyn Rhone – backing vocals
Mike Nelson – saxophone
Ben Burget – saxophone
Ed Wynne – saxophone
Natalia Laggett – violin
Songa Lee – violin
Kathleen Sloan – violin
Giovanna Clayton – cello