Formatisi in quel di Newcastle Upon Tyne nel 2012, i Pigs Pigs Pigs Pigs Pigs Pigs Pigshanno prodotto finora un EP “Feed the Rats” (2017) e un album “King of Cowards” (2018). Il loro suono mischia costantemente generi diversi in cui riconosci influenze variopinte e sorprendenti, passando dai suoni elettrici e pesanti dei primi lavori dei Black Sabbath a quelli sfacciatamente prog e sperimentali dei Pink Floyd più inattesi e sconosciuti, quelli di brani come “The Nile song”.
La presenza del cantato sempre carico di riverbero e la tecnica vocale di Matt Baty che predilige da sempre la potenza rabbiosa e quasi urlata, più punk nell’intenzione, fanno sì che il disco suoni molto potente e ti trafigga fin dall’inizio, con “The reducer” primo estratto e primo video realizzato per questo lavoro, senza troppi compromessi.
Il primo singolo, traccia numero due, “The Rubberneck” è accompagnato da un video molto eloquente, diretto da Rafel Nonilla Jr., che incarna lo spirito e l’intenzione del gruppo di dar fastidio, di provocare, di essere una presenza scomoda e inquietante nelle nostre esistenze. Un pagliaccio assassino di plastilina uccide brutalmente uno dopo l’altro gli artisti di un circo psichedelico, fino al suo direttore. La tecnica usata e la caratterizzazione dei personaggi ricorda un po’ i video dei primi Tool, per certi versi, anche se qui i colori sono decisamente molto più saturi e vividi.
Un’altra costante di “Viscerals” sono i riff martellanti, potenti e prepotenti del comparto chitarristico e delle linee di basso, inquadrandosi in un sound molto ridondante e dal carattere pesante, come si apprezza nella coda finale di “New Body”, lasciando spazio alla chitarra solista perennemente in distorsione che lancia gemiti dolorosi a frotte, nel regno della psichedelica pura.
Un altro piccolo ricordo di Tooliana memoria sta nella pausa acustica regalataci da “Blood and Butter”, un intermezzo talk con un sottofondo sonoro disturbante, che serve a introdurci “World Crust”, il pezzo più Sabbath dell’intero lavoro, con la prima chitarra che ricalca esattamente quel suono lì, catapultandoti negli anni settanta fino alla fine. Di “Crazy in Blood” è molto apprezzabile la parte finale decisamente noise con le chitarre dissonanti sopra ad un tappeto ritmico ossessivo, prima della chiusura con il ritornello.
Nei nove minuti esatti della penultima traccia “Halloween Bolson”, accade di tutto, le influenze psichedeliche e il Metal fanno l’amore con l’Hardcore e il Punk, sfumando nel Noise Rock, mentre la voce urla contro le chitarre alternate tra riff e assoli, in un luogo in cui basso e batteria paiono avere un unico cuore martellante, appena le pause ritmiche e i vuoti sparsi in mezzo al brano lo consentono.
Non poteva concludersi meglio che con una cupa cavalcata “Hell’s Teeth”, questo sorprendente “Viscerals”, a ribadire, se ce ne fosse ancora bisogno, da che parte puoi trovare il quintetto di musicisti inglesi se tu volessi andarli a cercare di persona. Da quella del lato oscuro, senza alcun dubbio.
Articolo di Alessio Pagnini
Tracklist “Viscerals”
- Reducer
- Rubbernecker
- New Body
- Blood and Butter
- World Crust
- Crazy in Blood
- Halloween Bolson
- Hell’s Teeth
Line up Pigs Pigs Pigs Pigs Pigs Pigs Pigs: Matt Baty Vocals / Sam Grant Guitar / Adam Ian Sykes Guitar / Christopher Morley Drums / John-Michael Hedley Bass