“Beneath The Eyrie” è il nuovo album dei Pixies, una delle band più influenti degli ultimi trent’anni. Tornano con un nuovo disco, il terzo dopo la reunion del 2004, prodotto, come il precedente “Head Carrier” del 2016, da Tom Dalgety, e si candida come il miglior lavoro dei Pixies post Kim Deal.
Veniamo ancora una volta risucchiati nel particolare mondo di Black Francis, un mondo pensato, assemblato e partorito con l’aiuto dei soliti Joey Santiago, David Lovering e Paz Lenchantin, oramai membro consolidato al punto di figurare come autore insieme a Francis in due pezzi, il primo singolo “On Graveyard Hill” e “Los Surfers Muertos” che la vede anche alla voce solista.
I Pixies si muovono a loro agio in quella parte di Rock che loro stessi hanno contribuito a definire, mischiando Garage, Punk, Noise Rock, Power Pop, Surf, incastonando ora melodie, ora cantati più aggressivi su quelle chitarre spigolose e linee di basso sferraglianti che sono il loro marchio di fabbrica. Un disco piuttosto oscuro e a tratti gotico, un’atmosfera dark frutto forse anche dello stato d’animo generale – un divorzio per Francis e problemi di dipendenza per Santiago – ma come al solito un album che mette in luce le qualità della band.
“In The Arms Of Mrs Mark Of Cain” apre le danze alla grande, con reminiscenze dark british: un grande pezzo, con una ritmica martellante e una forte melodia. Il primo singolo “On Graveyard Hill”, storie da horror b-movie sul grande basso di Paz Lenchantin e un ritornello con la doppia voce di Francis e Paz su un tempo raddoppiato, che ti si stampa in testa.
Power Pop è quello che mi viene in mente quando arriva “Catfish Kate”, il secondo singolo, un altro pezzo con un hook veramente micidiale nel ritornello, una melodia solare spazzata via dal suono da funeral band di “This Is My Fate”, che non fatichi a immaginarti suonata durante una marcia funebre in una grigia strada di un paesino della campagna inglese o in una umida giornata a New Orleans.
“Ready For love” è un pezzo carino che non lascia tracce troppo profonde e si dimentica abbastanza facilmente quando ci si immerge nella dinamiche della seguente “Silver Bullet”, una ballata crepuscolare molto suggestiva, che cresce nel ritornello per poi esplodere nella parte strumentale seguente, uno dei brani migliori del disco. Ancora 100% Pixies in “Long Rider” e “St. Nazaire” più pop la prima e più ruvida la seconda dal sapore surf e con un cantato più spinto. Echi Tex Mex in “Los Surferos Muertos”, e non poteva essere altrimenti, qui la voce di Paz e la chitarra di Santiago fanno il pezzo.
L’album si chiude con un trittico di pezzi piuttosto tranquilli che vanno dallo shuffle surfeggiante, se mi permettete il termine, di “Bird Of prey”, alla ballata in bianco e nero di “Daniel Boone”, una melodia malinconica illuminata a tratti da squarci di luce fatti di feedback chitarristici e tappeti vocali. Si finisce quindi con “Death Horizon”, una deliziosa canzoncina pop di appena due minuti, semplice e contagiosa.
I Pixies ci offrono quindi un’ottima prova della loro condizione di salute e stabilità, con un album dal songwriting ispirato e dal grande suono, confezionato con un gusto più dark del solito che aggiunge fascino all’opera intera.
Articolo di Andrea Bartolini
Track list “Beneath The Eyrie”
- In The Arms of Mrs Mark Of Cain
- Graveyard Hill
- Catfish Kate
- This Is My Fate
- Ready For Love
- Silver Bullet
- Long Rider
- Los Surferos Muertos
- St. Nazaire
- Bird Of prey
- Daniel Boone
- Death Horizon
Line up Pixies: Black Francis Vocals, guitar / Joey Santiago Guitar / David Lovering Drums / Paz Lenchantin Bass, vocals