“The Pivot On Which The World Turns” è il quinto album in studio di Polly Paulusma, uscito il 30 settembre per l’etichetta Wild Sound, fondata dalla stessa cantautrice britannica e ora marchio folk della One Little Independent Record. Dopo aver aperto i concerti di artisti come Bob Dylan, Jamie Cullum, The Divine Comedy, Marianne Faithfull e dopo lunghe tournée negli Stati Uniti e in Italia, la Paulusma torna a un anno di distanza dal precedente “Invisible Music” con un nuovo album completamente autoprodotto e registrato nel suo capanno in giardino, accompagnato da video musicali interamente diretti e filmati da lei e dal marito Mick.
Al centro del disco ci sono le donne, la figura femminile nelle sue innumerevoli sfaccettature, figlia, madre, amante… Ognuna delle 11 tracce della tracklist osserva e racconta la donna da una diversa angolazione, da qui il singolare titolo – dall’artista abbreviato in “Pivot” – che prende ispirazione dal romanzo “Anna Karenina” di Lev Tolstoj, nel quale il personaggio Stepan Arkadyitch afferma: le donne, ragazzo mio, sono loro il perno su cui gira tutto. Questo piccolo libro di riflessioni e storie al femminile è frutto della scrittura di Polly Paulusma, ma anche del lavoro collettivo di amici e colleghi che hanno collaborato alla produzione mentre la nostra ultimava il proprio dottorato di ricerca; tra loro Kathryn Williams (voce e organo in “The Big Sky”), David Ford (voce e chitarra in “Brambles and Briars”) e la scrittrice Laura Barnett. I temi di “Pivot” verranno presto ripresi da un album gemello che continuerà a portare avanti gli intenti del suo predecessore.
Si aprono le danze con “Snakeskin”, un pezzo voce, chitarra e contrabbasso dedicato al padre scomparso, che come scrittura ricorda Joni Mitchell, ma si plasma sulla vocalità della cantautrice esaltandone la pulizia e l’essenzialità; se “Back Of Your Hand” (primo singolo estratto), “Luminary” e “Any Other Way” puntano sull’immediatezza melodica e ritmica e su arrangiamenti freschi e capaci di conquistare al primo ascolto, un brano come “Dirty Circus” svela sfumature Gospel. Incontriamo ballate intime e delicate, arricchite dagli archi come “Bracklesham Bay”, dalle delicate armonie vocali come “Tired Old Eyes”, la toccante “Sullen Volcano” o ancora “Robin”, ultima traccia del disco, chitarra acustica e archi a disegnare un ritornello che ha poco da aggiungere: “Love, love, love like there’s no tomorrow / ama, ama, ama come se non ci fosse un domani”.
Quello di Polly Paulusma è un Folk venato di Pop con qualche accenno Jazz, sembra districarsi tra sonorità così varie da far a tratti girare la testa: estro e personalità trovano spazio con finezza, preziose intuizioni, e ricercatezza, segnando il ritorno di un’artista davvero degna di attenzione.
Articolo di Valentina Comelli
Track List “The Pivot On Which The World Turns”
- Snakeskin
- Back Of Your Hand (feat. Annie Dressner)
- Dirty Circus
- Luminary
- Bracklesham Bay
- Any Other Way
- Brambles and Briars (feat. David Ford)
- The Big Sky (feat. Kathryn Williams)
- Tired Old Eyes
- Sullen Volcano
- Robin
Line Up Polly Paulusma: Polly Paulusma voce, piano, chitarra, mandolino, synth, / John Parker Contrabbasso / Rastko Rasic Batteria, Percussioni / Elysian Collective (Emma Smith, Jennymay Logan, Richard Jones, Laura Moddy) Quartetto d’archi
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