21/12/2024

Slift, Milano

21/12/2024

Vinicio Capossela, Venaria Reale (TO)

21/12/2024

I Hate My Village, Genova

21/12/2024

The Molotovs, Zero Branco (TV)

21/12/2024

Beatrice Antolini, Firenze

21/12/2024

Conny Ochs, San Zenone degli Ezzelini (TV)

21/12/2024

The K’s, Cesena

21/12/2024

Painted Vein, Milano

21/12/2024

Andrea Ra, Udine

21/12/2024

Non Voglio Che Clara, Bologna

21/12/2024

Folcast, Roma

21/12/2024

Three Second Kiss, Torino

Agenda

Scopri tutti

Presence “Them”

Album che va ben oltre i canoni del Prog leggendario degli esordi

È uscito il 12 luglio per la storica label genovese Black Widow Records “Them”, il nuovo full lenght dei Presence. La band napoletana, una delle punte di diamante dell’etichetta ligure, è da ritenersi senza dubbio uno dei riferimenti del nuovo Prog italiano grazie anche alla cospicua discografia della quale questo lavoro rappresenta l’ottavo sigillo.

Attivo fin dagli inizi degli anni Novanta, il trio formato dalla vocalist e pianista Sophya Baccini, dal virtuoso della chitarra Sergio Casamassima e dal tastierista Enrico Iglio, è riuscito ad affermarsi grazie a un suono dai connotati dark e heavy rock, ma contraddistinto da un’evidente anima prog e sinfonica che ne ha fatto uno dei prodotti più intriganti e audaci della musica contemporanea italiana. Anche se un loro disco mancava dal 2016 con l’album “Masters and following”, gli interpreti si sono dedicati nel frattempo all’esplorazione individuale di altri orizzonti e progetti, fra cui ricordiamo lo splendido “Runnin’ with The Wolves” (la nostra recensione) del collettivo tutto al femminile Sophya Baccini’s Aradia e l’album solista della stessa vocalist “Animatesi”, entrambi pubblicati lo scorso anno.

Arricchito da rinnovate ispirazioni musicali, il trio ha ritrovato così una originale verve compositiva, pienamente espressa in questa sua ottava meraviglia che sfugge a qualsiasi tentativo di catalogazione grazie alla sua spiccata ecletticità. Sebbene sia evidente la componente prog e quella dalle matrici jazz di scuola canterburiana, nel nuovo sound dei Presence si può ritrovare anche quell’enigmaticità tipica dei Black Widow o dei climi più cupi dei Van Der Graaf Generator, passando per l’elasticità dei Gentle Giant fino a sfociare nella musica sinfonica con riferimenti ad autori celebri come Igor Stravinsky, Alban Berg e perfino qualche ispirazione chopiniana. In buona sostanza, la musica si sviluppa su una tela estremamente versatile, alternando momenti ipnotici ad altri inquietanti, inserendo anche improvvise atmosfere sognanti e dilatate dove i musicisti disegnano con estro variazioni stilistiche creando stupefacenti soluzioni ritmiche.

L’album si compone di otto tracce per quasi un’ora e mezza di canzoni che indagano i misteri del tempo e dei tanti aspetti della personalità umana capace di creare bellezza così come di distruggere il mondo attraverso le sue derive più dissennate, prime tra tutte la guerra; al contempo però sprona anche al coraggio e a diventare artefici del proprio destino e di un futuro migliore. Ecco che una musica così ricercata diventa il tappeto perfetto per messaggi così importanti interpretati magistralmente dalla liricità di Sophya Baccini, il cui timbro è capace di alternarsi in un continuo chiaroscuro modulandosi magicamente su ogni suono.

Tutta la potenza espressiva della band si riversa sino dalle prime note di “The Undead”, forse proprio il pezzo ideale per introdurre ai climi del disco con la sua commistione tra sinfonico, acustico e hard, ben seguita nello sviluppo dal brano “Aftermath”, le cui solennità, le aperture melodiche, l’Hammond stratosferico e il basso incalzante regalano emozioni incredibili. Il disco presenta anche due pezzi strumentali: il primo “Dance Macabre” mette in risalto l’evocativo inquieto delle tastiere fuso a un refrain orchestrale, mentre l’altro “Stige” esalta maggiormente la parte chitarristica con riff potenti.

Il Prog sale in cattedra in “To Each Other”, un brano che descrive anche attraverso l’uso di effetti cinematografici tutta la disumanizzazione e la crudeltà portate dalla guerra in un brano che riesce a rappresentare un’immagine tangibile della distruzione. Altra isola di puro Prog è la title track “Them”, in cui chitarre e tastiere, convivono con sprazzi classici e naturalmente con la voce cangiante pronta a esaltarsi persino su un terreno musicale così sofisticato. Non mancano anche i riferimenti storici alla fascinosa e drammatica figura di Anna Bolena, moglie di Enrico VIII a cui è dedicato il brano “Drawbridge 1501” che mette in evidenza assoli vocali. Casamassima e Iglio sono eccellenti nelle parti strumentali dell’album dall’inizio alla conclusione che in “If You Dare” esibisce un’ultima poesia di piano, tastiere e moog con l’interpretazione della cantante letteralmente superlativa.

“Them” è un album prezioso, un’opera che sa essere epica, impetuosa e intimista al contempo. Un album che va ben oltre i canoni del Prog leggendario degli esordi. I Presence, gruppo disinvolto e coeso, mostrano il coraggio di spingere avanti idee e orizzonti attraverso una musicalità propulsiva e di rara efficacia. Un ponte ideale tra il recente passato e un’avanguardia sonora di rilievo, che, oltre a essere una delle più brillanti conferme del prog nostrano, dimostra anche un respiro internazionale.

Articolo di Carlo Giorgetti

Track list “Them”:

  1. The Undead
  2. Aftermath
  3. Dance Macabre
  4. To Each Other
  5. Them
  6. Drawbridge 1501
  7. Stige
  8. If You Dare

Line up Presence: Sophya Baccini voce solista, cori / Sergio Casamassima chitarre, basso / Enrico Iglio tastiere, sintetizzatore, percussioni

© Riproduzione vietata

Iscriviti alla newsletter

Condividi il post!