Cerchi suoni prettamente lo-fi e indie? Bene, questo disco allora fa per te. Ron Gallo con “Foregroud Music” sfodera una prova quasi do it yourself, dove sonorità scarne, immediate e riverberanti fanno da contorno alle 11 tracce che compongono l’album. Uscito il 3 marzo per la Kill Rock Star, è un quasi manifesto politico e vitale dell’artista che a riguardo parla di come suonerebbe una crisi esistenziale se fosse divertente.
Esistenziale o divertente (ai posteri la sentenza) il disco parte subito, chiaro e deciso, con “Entitled Man”. Un fugace attacco shoegaze con chitarrone fuzz a implementare suoni garage e indie rock al limite della sporcizia, dove fin dall’inizio si ha un’idea di come sarà l’album. Continuano su questa falsariga sia “Foreground Music” che “At Least I’m Dancing”, ma è la title track a mostrare i primi segni di melodia con un ritornello scanzonato e quasi appiccicoso. “Vanity March” viaggia con una marcia in più: un’introspettiva strofa apre la strada verso melodie quasi beatlesiane e il ritornello non si schioda più dalla mente. Quasi un classico.
Sentieri malinconici in “Yocca Valley Marshalls”, mentre “San Benedetto” scorre su alvei più spensierati andando a rievocare qualche leggero eco alla Lou Reed. “Can My Flowers Even Grow Here” riesce, invece, a stupire con un misto di parlato e cantato con il suono che pian piano sembra volersi stabilizzare verso orizzonti indie e pop e, con la successiva e struggente “Big Truck Energy”, si ha quasi la conferma.
Proprio quando il suono sembrava stabilizzarsi, ecco un ritorno da inizio album con l’immediata “Life Is A Privilege?” e con la bellissima “Anything But This”, mentre armonie strazianti anni ’70 fanno da capolino in “I Love Someone Buried Deep Inside Of You”. Quasi a toccare con mano il dolore del brano. A chiudere il cerchio una seconda puntata, decisamente più vintage, di “Anything But This”.
Ron Gallo con “Foreground Music” vuol prendersi il merito di essere un artista decisamente coraggioso. In un’era dove la registrazione curata in maniera maniacale, spesse volte, prende il soppravvento sulle emozioni, lui se ne frega e sfodera una prova fatta di pancia con una sincerità compositiva, per quest’epoca, fuori dal comune. Il risultato è un album ricco di pathos dove è difficile non rimanere colpiti. Buon ascolto.
Articolo di Giulio Ardau
Track list “Foreground Music”
- Entitled Man
- Foreground Music
- At Least I’m Dancing
- Vanity March
- Yocca Valley Marshall
- San Benedetto
- Can My Flowers Even Grow Here
- Big Truck Energy
- Life Is A Privilege?
- Anything But This
- I Love Someone Buried Deep Inside Of You
- Anything But This (JB version)
Line Up Ron Gallo
Ron Gallo voce, chitarra / Chiara D’Anzieri basso, voce / Jerry Bernhardt chitarra, synth / Josh Friedman batteria
Ron Gallo online:
http://rongallomusic.com/
https://www.youtube.com/channel/UChos03-WlfQVaPCuAPH3XQg
https://www.instagram.com/rongallo/