Il 7 maggio è uscito “Assamanù”, l’ultimo lavoro del cantautore abruzzese Setak, al secolo Nicola Pomponi, album che chiude una trilogia musicale iniziata con il disco di debutto “Blusanza“ nel 2019 e proseguito con “Alestalè“ nel 2021. Nel mentre, questo lavoro è stato premiato con la Targa Tenco 2024 come miglior disco in dialetto.
A un primo ascolto questo album non ci aveva conquistato, a differenza, per esempio, di “Blusanza”, che invece ero stata una vera folgorazione. Poi, come tutte le più belle cose, bisogna fare in modo che questo album abbia il suo spazio, il suo tempo, e che dunque possa decantare. In altre parole, è un lavoro, come in generale la musica italiana d’autore contemporanea, soprattutto quella che lavora sulla lingua dialettale, che necessita di molti ascolti. Ora, non solo il disco convince, ma si può tranquillamente affermare che la Targa Tenco sia arrivata nelle mani giuste.
“Assamanù”, che in dialetto abruzzese significa in questa maniera, è un disco che parla del conseguimento della maggior età. Della maturità, insomma. Dimensione che è ben chiara ed evidente in un disco dove risuonano molti stili, ritmi e suoni. A costo di apparire stucchevole, arrivo ad affermare che questo lavoro è uno dei pochi che, nei tempi attuali, ha saputo apprendere la lezione di De André e Pagani. In sostanza, il dialetto si è fuso con la musica popolare, dando vita a un album che ha tinte pop, con sonorità molto legate alla dimensione attuale, nonostante la scelta di cantare in dialetto. Il lavoro di Setak profuma davvero di giovinezza, pur se è un disco dedicato alla maturità. Questo, però, lo sappiamo da uno studio attento dei materiali collaterali, perché ascoltando il lavoro si è proiettati in una terra di mezzo: siamo lontani dalle atmosfere rarefatte dell’ultimo Basile, e da quella ricerca di musica tradizionale che spesso hanno i suoi lavori; allo stesso tempo non siamo nell’ambito sperimentale di Daniela Pes, di Iosonouncane e affini.
In Setak c’è la volontà chiara di usare una parola sonora e significante. L’album, dunque, è un lavoro cantautorale classico, con una storia da raccontare, quella della vita adulta che è ricca di sfaccettature. Per far questo si usano suoni, diversi, che vanno dalla musica pop a quella che rimanda all’hip hop, con la presenza di Cristicchi a fare un tocco di quel parlato-cantato che è anima di molta musica contemporanea. Ci sono però anche ballate, come la stessa “Assamanù”, canzone corale, pezzo da concerto e da esecuzione live; c’è anche il blues di “Curre Curre”, che rievoca i suoni delle esperienze partenopee degli anni ’90; c’è il country in molte canzoni; c’è la real world alla De André, con “La fame e la sete”, brano che, nell’incipit, ricorda la ricerca dell’album “Anima salve”; c’è il Britpop e l’Indie Folk di brani come “Di chj ssi lu fije?” e “Chiedo alla polvere”. Il gioco potrebbe continuare per tutte le canzoni, che sono microcosmi musicali ricchi di rimandi e di suggestioni.
Il pregio di questo lavoro, però, non è nei rimandi, e tanto meno nei mondi sonori dai quali pesca Setak. Serve fondere cannoni per fabbricare fucili, recita un noto adagio. Questo per dire che da quello che c’è già si può sempre tirar fuori qualcosa di simile, che però deve avere una funzione diversa. Questo è il caso di “Assamanù”, album che eredita tradizioni, ma che sa essere innovativo utilizzando quanto si ha già in casa: lingua, conoscenza dei generi musicali e volontà di raccontare. Ne deriva un album di alta qualità proprio perché differente, senza perdere unità di stile.
La molteplicità è la forza di un lavoro che vuole e pretende attenzione, perché non è scontato. La variegata ricchezza sonora, poi, è ciò che determina la differenza dagli altri lavori in gara al Tenco. Per chi fosse interessato all’acquisto, Setak ha scelto di non imporre il prezzo: ognuno può comprare il cd determinando quanto vale veramente il lavoro dell’artista. Anche in questo Setak si dimostra innovativo. Se un prodotto è di valore, a noi il compito di attribuirne il costo.
Articolo di Luca Cremonesi
Tracklist “Assamanù”
- Lu ride e lu piagne
- La fame e la sete
- L’erba ‘nzì fa pugnale
- Di chj ssi lu fije?
- Curre curre
- Assamanù
- Chiedo alla polvere
- Figli della storia (feat. Simone Cristicchi)
- Troppe parole
- A ‘mme (feat. Luca Romagnoli)
- Sono felice (Vincenzino)
Line up Setak: voce, cori, chitarre acustiche ed elettriche, dobro, slide, steel guitar / Fabrizio Cesare tastiere, basso, chitarre acustiche ed elettriche, chitarra classica, ukulele, caxixi, chitarra slide, shaker, tabla dayan, noise, breath and noised voices / Simone Cristicchi voce / Luca Romagnoli cori / Simone Scifoni shaker, bongos, conchiglie, djembe e brushed djembe, tamburine, caxixi, frame drum / Angelo Trabace cori / Luca Trolli batteria
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