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Spectrvm “Teschio del Mondo”

Musica di assoluto spessore che porta a compimento un sogno lungo quasi cinquanta anni

È una storia particolare quella di “Teschio del Mondo”, album del gruppo italiano Spectrvm, fuori dal 10 novembre per l’etichetta Terzo Millennio Records. Potremmo definirla infatti la realizzazione di un sogno a lungo cullato per una formazione già attiva da quasi cinquanta anni. Un’idea nata agli albori degli anni Settanta, quando ancora il gruppo si chiamava Stratus, ma che purtroppo per vari motivi, primo fra tutti le divergenze con la produzione, non vide la luce rimanendo scolpita solo su nastri e provini. La band proseguì la sua attività tra cambi di formazione e una lunga gavetta nei maggiori dancing e locali del nord Italia, salendo anche alla ribalta nei primi 2000 come Beatles Band, tanto da guadagnarsi nel 2003 il palco di Roma in occasione dei concerti di Paul McCartney.

Gli anni sono trascorsi, ma come si usa dire per un buon vino, anche le idee non invecchiano mai. Così, con un lungo balzo nel tempo si giunge al 2020, quando dopo una reunion artistica, i componenti della band decidono di far riaffiorare le bobine primigenie di “Teschio del Mondo” e si mettono all’opera per concretizzare il progetto attraverso la rivisitazione di testi e musica originarie. È proprio in quella occasione che, dopo un ennesimo cambio di formazione relativo al chitarrista, l’organico, assestatosi in un quartetto, modifica il nome in quello desiderato alla genesi, divenendo Spectrvm con la V che sostituisce la U secondo la grafia latina antica.

Finalmente l’album prende forma e oggi possiamo ascoltare l’ottimo risultato. È sorprendente constatare che un lavoro concepito tanto tempo fa suona attualissimo sia nella musicalità che nei contenuti; ciò è anche la dimostrazione che certi aspetti della società non sono poi cambiati tanto, anzi forse il modus vivendi è divenuto ancora più caotico. L’uomo schizoide del ventunesimo secolo ha lasciato la sua impronta alle future generazioni, rendendo oggi necessario riscoprire tematiche importanti come spiritualità e ecologia. Sono i connotati che caratterizzano le trame dell’album, accompagnati da un Prog che sicuramente rimanda a reminiscenze britanniche o al lirismo del Banco del Mutuo Soccorso, ma al tempo stesso risulta eterogeneo nelle partiture ove sovente la mediterraneità emerge nitidamente.

Un’analisi introspettiva, che scava nella psiche e nelle profondità dell’anima, alla ricerca di un percorso dove i successi e i tormenti dell’animo umano aprono un solco che spinge verso una ricerca mistica. Proprio questi elementi possono contribuire a liberare da inquietudini e angosce nella promessa di un futuro migliore. Gli intrecci strumentali tra un dinamico organo Hammond, sintetizzatore e chitarre, danno vita a un sound che regala otto brani avvincenti sempre contrassegnati da sfaccettature sonore e improvvise aperture melodiche. “Anima”, apre l’album con la maestosità dell’organo a impreziosirne l’evoluzione; la successiva “Bestia” e “Sogni di Pietra” raccontano le difficoltà umane che spesso portano a desiderare un’altra esistenza più libera e meno legata alle problematiche sociali che sfociano anche in derive legate a droga e alcolismo. Da evidenziare proprio in “Sogni di Pietra” le atmosfere psichedeliche che confluiscono in un ammaliante assolo finale di chitarra.

Molto rappresentativi dell’essenza che sprigiona il concept anche la title track “Teschio del Mondo” e “Crisalide”, dove la sei corde profonde una sorta di incantesimo. Il momento più toccante dell’album è la mini-suite “Nessuno Piange Nessuno Canta”, nella quale emergono tutti gli stilemi del combo, in una vicenda dai risvolti quasi commoventi: la storia di un cucciolo che fugge dal suo cortile e si perde nel marasma della caotica città, vagando impaurito tra traffico, luci e voci, sinché stremato e consapevole che nessuno lo piangerà si abbandona a fine certa. All’improvviso si apre però una porta e forse…chissà anche la salvezza. È un epilogo che lascia spazio all’immaginazione, ma che comunque fa comprendere che dopo le tenebre, c’è ancora la luminosità e il calore del giorno, forse una speranza in un mondo migliore, dove prevalgano l’amore e il buon senso sulla malvagità.

L’album si chiude con l’epicità di “Templum”, a cui il gruppo è particolarmente legato. L’inizio classicheggiante e la chitarra floydiana fanno da preludio a un pezzo che costituisce una rivisitazione di “Magnificat” un successo del ’76 dello stesso ensemble riprendendone il tema e il motto dei Templari Non nobis Domine, no nobis, sed nomini tuo da gloriam. All’ascoltatore viene trasmessa la sensazione di immaginarsi in una Cattedrale tra sonorità e effetti che trasportano in uno spazio temporale indefinito.

La magia di questi suoni trova una effige perfetta nella copertina. Un artwork che ritrae la terra vista dalla luna avvolta in un flusso. La stessa terra custodisce un teschio all’apparenza lugubre, ma che dà invece significato a quella dualità che il gruppo vuole trasmettere nel concept contrapponendo un messaggio di positività alle bruttezze odierne. Gli Spectrvm ci regalano musica di assoluto spessore e porta a compimento un sogno lungo quasi cinquanta anni, affatto scalfito dall’usura del tempo. Un lavoro intrigante di cui consiglio caldamente l’ascolto.

Articolo di Carlo Giorgetti

Tracklist “Teschio del Mondo”

  1. Anima
  2. Bestia
  3. Nessuno Piange Nessuno Canta
  4. Sogni di Pietra
  5. Teschio del Mondo
  6. Crisalide
  7. Prigione
  8. Templum

Line up Spectrvm: Frank Lazzari voce, organo, tastiere / Jordan Bozzolan batteria, percussioni, cori / Daniele Bozzolan basso, pianoforte, cori / Marco Brega chitarre, cori

Spectrvm online:
Website https://www.spectrumprog.it/
Facebook https://www.facebook.com/people/Spectrum-rock-prog/
Instagram https://www.instagram.com/spectrumrockprog/
YouTube https://www.youtube.com/@spectrumprog

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