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Still Corners

Still Corners “The Last Exit”

Un disco a tratti ipnotico e sognante, a tratti rassicurante e familiare, che un po’ esplora e un po’ si mantiene su strade conosciute

Quinto lavoro in studio degli Still Corners: il 22 gennaio 2021 è uscito “The Last Exit” per Wrecking Light/Cargo UK, undici brani capaci di evocare gli immensi spazi del deserto dell’Arizona, inaspettatamente attraversati da sognanti atmosfere dream-pop: la perfetta rappresentazione simbolica dell’unione artistica tra il cantautore\produttore, che in Arizona ci è cresciuto, e la cantante di origini britanniche.

È stato davvero quel che si dice un incontro fortuito quello tra Tessa Murray e Greg Hughes; i due si trovano faccia a faccia alla stessa fermata del treno di Londra nel 2009, ed è bastato questo per far nascere un progetto musicale che nell’ultimo decennio si è guadagnato l’apprezzamento della critica e un considerevole seguito.

Il primo singolo, “The Last Exit” è l’ideale capitolo conclusivo della loro trilogia della strada, iniziata con “The Trip” (“Strange Pleasures”, 2013) e proseguita con “The Message” (“Slow Air”, 2018); il videoclip si ispira al film “Picnic ad Hanging Rock” del 1975 ed è ambientato nei suggestivi boschi di Joshua Tree. In queste tracce di strada se ne respira parecchia, una strada polverosa di cui si fatica a vedere la fine, che prova a portarci da qualche parte, oltre il mondo che siamo abituati ad avere davanti agli occhi: In un mondo dove tutti pensano che ogni angolo della mappa sia riempito, ci piace suggerire che esista qualcosa di più, qualcosa di eterno nel paesaggio e nella nostra psiche. Forse non lo vedi tutti i giorni ma è ed è a questo che stiamo cercando di connetterci.

Ancora una volta, nel caos generato dalla pandemia, i progetti sono rimasti forzatamente bloccati, fortunatamente non invano. L’album che sembrava finito e in attesa di essere pubblicato, ha preso nuovo respiro nel bel mezzo della crisi e sono nati nuovi brani – “Crying, “Static”, “Till We Meet Again” -, ispirati dall’impatto che l’isolamento, il bisogno di intimità e contatto sociale hanno avuto sulle esistenze di tutti noi nell’ultimo anno.

Il risultato è un disco a tratti ipnotico e sognante, a tratti rassicurante e familiare, che un po’ esplora e un po’ si mantiene su strade conosciute, guidato dalla voce intensa della Murray e dalle chitarre slide di Hughes e esaltato da un lavoro di produzione essenziale e accurato.

Lo strumentale “Till We Meet Again” rompe l’equilibrio e apre la strada ai pezzi forse più interessanti: davvero ben pensata la ballata “Bad Town”,  un vero e proprio film, dove la chitarra acustica si muove morbida e energica, e voci si intrecciano agli ululati dei coyote; “Static” sembra invece un duetto tra la voce dI Tessa e la chitarra che interviene a commentarla con piccoli, delicati fraseggi che ne impreziosiscono i colori.

“The Last Exit” rappresenta la conferma del duo britannico, un piccolo sogno ad occhi aperti con sfumature sospese, specchio di tutti gli angoli della mente in cui è possibile perdersi.

Articolo di Valentina Comelli

Track List “The Last Exit”

  1. The Last Exit
  2. Crying
  3. White Sands
  4. Till We Meet Again
  5. A Kiss Before Dying
  6. Bad Town
  7. Mistery Road
  8. Static
  9. It’s Voodoo
  10. Shifting Dunes
  11. Old Arcade
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