Il 16 Ottobre è uscito “Cuttin’ Grass Vol. 1 – The Butcher Shoppe Sessions”, il nuovo disco di Sturgill Simpson, prodotto da David Ferguson e registrato al Butcher Shoppe Recording Studio di Nashville; arriva dopo “Sound & Fury”, lavoro visionario e ardito, non esattamente un successo in termini commerciali, di sicuro un distacco notevole dai lavori precedenti.
Un doppio album che ripesca 20 brani dal catalogo del cantautore, riadattandoli in chiave bluegrass: per Simpson, un vero e proprio ritorno a casa. Merito del nonno paterno, infatti, suonatore di mandolino, patito di Bluegrass e assiduo frequentatore dei Bluegrass Festival, che ha cercato di trasmettergli la sua grande passione, sfidando la diffidenza di un ragazzino in piena scoperta di band come Cream e Led Zeppelin. Una notte nella mia stanza, quando si rese conto del mio rifiuto nei confronti di quello che stavo ascoltando, mi guardò in faccia e mi disse ‘Un giorno ti entrerà dentro e non se ne andrà più’. (…) Molti anni dopo (…) stavo guidando per strada quando alla radio passò una vecchia canzone dei Monroe Brothers e mi stese, letteralmente. Un’onda di emozioni mi inondò il petto e dovetti accostare.(…).
Da tempo allergico alle etichette (perché definire la sua musica “Country”, quando puoi chiamarla semplicemente “Musica Americana”, punto e basta?), Simpson ancora una volta si avventura su una strada senza garanzie, ma lo fa assicurandosi di avere con sé l’equipaggiamento adeguato, assoldando i migliori musicisti Bluegrass in circolazione in quel di Nashville e immergendosi totalmente nell’impresa.
Scrivere una bella canzone è già di per sé impresa ardua, ancora più difficile forse è cambiarle d’abito, correndo il rischio che non piaccia quanto la prima volta. Simpson tuttavia non sembra uno facile da intimorire, ed ecco allora brani come “I Don’t Mind” (pubblicata con la sua prima band, i Sunday Valley, nel 2011), adorata dai fan, o “Life Ain’t Fair and the World Is Mean” (High Top Mountain, 2013), polemica, pungente e contro il sistema adesso come allora, o ancora l’irriverente “Turtles All the Way Down” (Metamodern Sounds in Country Music, 2014), che ritroviamo tutte di Bluegrass vestite: l’approccio è talmente differente da non invitare a confronti e scoraggiare qualsiasi tentativo di trovare qualcosa di familiare.
Eppure, centrando appieno le peculiarità di questo genere, colpisce e affonda: fa sentire a casa con la sincerità dei testi (anche se qui dai temi tipicamente Bluegrass decisamente si sconfina nell’attualità e male non fa), la vitalità contagiosa del piccolo regno dorato in cui fanno festa banjo, mandolino e chitarre; e poi la voce di Simpson, perfettamente a proprio agio, un po’ come se finalmente avesse trovato il cavallo vincente su cui puntare, come se avesse preparato da tempo questa rimonta inaspettata e ci regalasse il fiato sospeso e l’eccitazione di quei brevissimi istanti che precedono il taglio del traguardo. Un girotondo che non può che catturare e travolgere.
“Cuttin’ Grass” è un album vecchio e nuovo nello stesso tempo. Il nostro ha apparentemente cambiato angolazione e si guarda da un altro punto di vista. In realtà probabilmente non ha fatto altro, come lui stesso ha dichiarato, che spogliare le sue canzoni per tornare a incontrarle come le aveva scritte, con la voce e la solita vecchia chitarra, una Martin HD-28, e rifarle da capo, partendo da lì, da quel giorno in cui ha dovuto accostare l’auto e niente è stato più come prima.
Perché Se non puoi sederti e suonare una canzone in questo modo, probabilmente non è davvero una bella canzone.
Articolo di Valentina Comelli
Track List “Cuttin’ Grass Vol. 1 – The Butcher Shoppe Sessions”
- All Around You
- All The pretty Colors
- Breaker’s Roar
- I Don’t Mind
- I Wonder
- Just Let Go
- Life Ain’t Fair And The World Is Mean
- A Little Light
- Life Of Sin
- Long White Line
- Living The Dream
- Old King Coal
- Railroad Of Sin
- Sitting Here Without You
- Sometimes Wine
- The Storm
- Time After All
- Turtles All The Way Down
- Voices
- Water In A Well
Line up Sturgill Simpson
Sturgill Simpson (Voce, Chitarra ritmica) / Sierra Hull (Mandolino, Voce) / Bass: Mike Bub (Basso) / Stuart Duncan (Violino, Voce) / Scott Vestal (Banjo, Voce) / Tim O’Brien (Chit. Ritmica, Chit. Solista, Voce) / Mark Howard (Chit. Ritmica, Chit. Solista, Voce) / Miles Miller (Percussioni, Voce)