Le vicende della vita possono essere dure, ma ci insegnano anche che quando al talento si coniugano dedizione e perseveranza, prima o dopo i risultati arrivano. Così accade in ogni ambito e anche la musica non sfugge a queste caratteristiche. Questo breve preambolo mi è utile per introdurre l’album e il personaggio di Talèa, nome d’arte dalla cantautrice e polistrumentista Cecilia Quaranta, che il 5 maggio ha pubblicato per Vrec il suo primo full lenght “Aura”.
Nata nel 1998 a Sesto San Giovanni, ma trasferitasi a Jesi durante l’infanzia, ha cominciato sino dalla più tenera età a manifestare il suo grande amore per la musica. Appassionata di chitarra e dotata di una voce dolce e espressiva, Cecilia è cresciuta come Talèa, iniziando a esibirsi in diversi locali proponendo cover di famosi pezzi Rock e Folk d’autore. Il desiderio di maturare nuove esperienze e arricchire la sua musica, l’ha portata a viaggiare in Irlanda e Scozia, dove ha perfezionato il suo inglese che utilizza anche nei testi delle sue canzoni. Spinta giorno dopo giorno dalla sua passione e forza di volontà, ha ottenuto la sua prima grande occasione con l’uscita di un EP di inediti, “Tales” (la nostra recensione e la nostra intervista), interpretato interamente in inglese, e rilasciato nel 2021.
Nel 2022 la cantante si regala un’altra importantissima esperienza partecipando alla scorsa edizione del talent show X Factor, dove ha proposto un emozionante cover di “Amandoti” dei CCCP – Fedeli Alla Linea in una particolare versione elettro pop suscitando positivi riscontri da parte di critica e pubblico.
Il progetto “Aura” sancisce questi significativi successi racchiusi negli ultimi anni, ma l’ispirazione del concept arriva da molto più lontano. L’album nasce infatti da un problema di salute che affligge l’artista dal 2017, l’emicrania da aura. Questa patologia neurologica può avere effetti fortemente invalidanti, tanto che Cecilia racconta di avere momenti di afasia, estraneazione da ciò che la circonda e di pronunciare parole sconnesse, di avere la visione offuscata fino alla percezione deformata degli oggetti.
La grande determinazione che contraddistingue questa artista l’ha portata però a convivere con questo disagio fino ad accettarlo e dargli un valore, come emerge dalle sue dichiarazioni: oggi so che la mia a lungo odiata emicrania con aura non è che il filtro degli eventi, ciò che mi fa essere me. Ciò che poteva apparire disarmante, è stato per lei un punto di partenza ed è diventato il tema cardine su cui ruota il suo album. Perché i sintomi della patologia sopra descritti sembrano incarnarsi fatalmente nella società odierna, in un mondo che spesso accusa un senso di oppressione, sempre connesso a una tecnologia dilagante che la dissocia dalla realtà e dalle relazioni; un’umanità spesso divisa, in cui i rapporti interpersonali sono sfocati, gli equivoci reiterati e si fatica a essere coerenti con sé stessi. Ma c’è ancora chi è disposto a non rassegnarsi a questo stato di stasi, identità forti, come quella di Talèa, che scavando nelle profondità della loro essenza, cercano di uscire da quel torpore in cui una società caotica e esasperata si è smarrita.
Prendendo spunto da questa esperienza personale, l’artista rilegge e elabora i concetti, esprimendoli in un lavoro dove le splendide peculiarità della sua voce vanno a incastonarsi mirabilmente a sonorità dai contorni variegati che spaziano dal Folk all’Indie, dal Grunge a un Pop estremamente raffinato, talora venato da sfumature elettroniche; un sofisticato cantautorato che sa esprimere però anche una solarità mediterranea, suoni di respiro internazionale colorati da affascinanti melodie.
“Aura”, interamente cantato in italiano, vanta peraltro la supervisione in veste di produttore di Flavio Ferri. Avevo recensito nello scorso febbraio il brano “Sconnessi”, uno dei singoli pubblicati in precedenza, dove spicca anche l’eccellente collaborazione a piano e tastiere di Antonio Aiazzi (Litfiba) e ne ero rimasto piacevolmente colpito. Uno stile moderno e elaborato, una melodia dai sapori ipnotici e misteriosi, ideali per la sua vocalità, qui dolcissima. Il disco evolve su questa fascinosa scia, con le undici autentiche perle della track list che regalano grandi emozioni per l’originalità e freschezza. Tutti i pezzi necessiterebbero forse di una menzione particolare, date le sfumature inebrianti della loro essenza. Cito per esempio “Vetri”, ultimo singolo uscito, un brano di ampio respiro colorato da un bel ritornello, che dà modo alla vocalist di esprimere uno swing vivace e frizzante. Il pezzo d’apertura “Tempie” è invece un motivo evocativo con belle tastiere, dove le iniziali movenze felpate evolvono in un ritornello corposo.
Atmosfere intimiste che si ritrovano in “Stencil”, una deliziosa ballata, prima che intervengano anche ritmi più sintetici con le percussioni in bella evidenza di “Rovesciamenti” e nelle atmosfere di “Caleido”. Altre ballate ammalianti “Ombre” e “Vuota” dai climi quasi unplugged e ricche di coralità, mentre “Spigoli” riporta a una leggiadra melodia in stile pop, dove Talèa sembra quasi recitare una poesia. La cover di “Amandoti” portata a X Factor è stata inclusa a impreziosire questo lavoro prima della conclusiva “Bianco”, un brano bellissimo con un tocco sognante e psichedelico. Synth e tastiere dialogano magicamente e disegnano armonie sublimi, sulle quali gioca il timbro di Cecilia inizialmente quasi sussurrato e che sa poi alternare momenti più soft a tonalità più alte; arpeggi delicati di chitarra acustica chiudono magicamente il pezzo.
Si rimane impressionati dalla grande maturità di quest’artista, che è riuscita a stravolgere uno stato di sofferenza trasformandola in un’occasione di forza, di rinascita, ma soprattutto di arte. Perché Talèa ha valorizzato la sua condizione destabilizzante senza considerarla debolezza, ma elevandola piuttosto come un filtro predisposto a cogliere gli eventi da una diversa prospettiva per poi restituirli in una forma intima e personale grazie al linguaggio universale della musica. Come il frammento reciso della talea può rigenerarsi creando una nuova vita, così “Aura” sembra essere quella parte insicura di noi stessi capace di riscattarsi dal caos interiore per diventare la colonna portante di una nuova essenza vincente. Complimenti a Talèa per aver raccontato in musica e parole una tematica tanto importante e naturalmente alla Vrec Music Label che sostiene una produzione emergente di grandi prospettive.
Articolo di Carlo Giorgetti
Tracklist “Aura”
- Tempie
- Vetri
- Stencil
- Rovesciamenti
- Ombre
- Sconnessi
- Vuota
- Spigoli
- Caleido
- Amandoti
- Bianco
Talèa Online
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