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The Winstons “Third”

Un album da toccare, da vedere, da sentire: bussate alla terza stanza dei The Winstons

Il 18 ottobre è uscito in formato digitale e in vinile per la Baobab Music “Third”, il terzo disco dei The Winstons. Cosa aspettarsi? Andiamo a metterlo su.

Play. Tutto inizia in un’atmosfera sospesa, cupa. Si accende una candela in una stanza buia: è uno strumento vibrante che si spegne in una pausa di attesa. La porta viene sfondata ed entra una spensieratezza autoinvitata: prorompe il giorno e butta vernici accese sulle pareti. Hanno rotto letteralmente il sigillo del buio con la loro “Break the seal” i The Winstons, che non hanno nessuna intenzione di annoiare ma di sorprendere con cambi frequenti di ambienti: quella stanza buia viene più volta arredata dopo essere stata fatta a pezzi ancor più volte, tra cori, bolle, passeggiate, ritmi serrati, verniciature, orchestre, gocce di pioggia che son tocchi di piano. Il disco inizia in maniera visionaria, quasi materica, tangibile: puoi toccare diversi materiali; “cos’altro butteranno dentro la stanza numero 3”, ti chiedi. Questa prima canzone è un’opera a parte, un album nell’album, un vinile autonomo perché è in vinile che vuoi sentirlo: ci vorrebbe un live tour sul solo primo brano. Un crossover imponente e importante eppure solo il primo degli ospiti della stanza numero 3, il loro album “Third” o “Third” album.

Dopo il lungo primo brano/album bussa ed entra la gloriosa “Check it out”. Rock’n’Roll, un basso portante ed epico che avanza a testa alta, arrogante, sicuro di sé, tutto sotto l’inconfondibile marchio corale (doppio senso non casuale) dei The Winstons. Questo è il condottiero del disco, va avanti a spada tratta trascinandosi quel cannone atomico ancora fumante del brano precedente. Che cartucce le prime due! Queste rockstar sanno come affondare un’isola e far bottino di monumenti – della musica: nelle sonorità le scuole sonore sono tante. Dopo tanta trionfalità soffia la dolcezza del terzo brano, un vento su un prato – continua la suggestione visionaria e materica di questo disco: “Song for Mark” è un dolce sospiro dalla leggerezza di un flauto, una delicatezza sostenuta in realtà da strumenti acustici, tocchi di piano, un tepore di voce, dei cori che avvolgono e si prendono cura di questa piccola e sentita opera.

Il disco continua con un che di bacharachiano con “Somewhere in the Mediterranean” mentre “Vinegar way” è il brano delle presentazioni: un’entrata melodrammatica ci offre il mood degli ingredienti di tutto il disco. Presenta al pubblico strumenti e strumentisti nella prima parte anticipando un notevole cambio nella seconda dal mood quasi hip hop/trip-hop/lounge; gli amanti dei citati generi potrebbero benissimo amare questo brano, come fosse un beat elettronico eppure organico: è tutto così vivo. Il basso è una lampadina esterna che si accende e si spegne: cosa stanno facendo lì dentro? Una voce a volte mormora al di là della porta. La terza stanza. Entra, c’è solo un modo per saperlo. Sono i The Winstons quelli lì dietro, dietro la porta della terza stanza.

Inizia il congedo dai toni allegri e più spensierati del disco intero: “Never never never” per esempio è un brano dalle sonorità felici, talvolta gommose ma con ritmo ben sostenuto dalla batteria mentre, anche qui, ci sono dei “cambi stanza”. Piano piano gli ultimi 3 brani ci riportano sul pianeta Terra. Quanta materia lavorata e levigata in diversi passaggi: un album registrato tra Londra, Milano, Roma e Como nel corso di diversi anni con una pandemia mondiale di mezzo. Ne è uscito fuori il loro terzo disco dai cori importanti e presenti, vestito da tastiere eleganti e a volte glitterate mentre il basso marcia verso la voglia di vita, di battere fino alla fine.

Nella copertina di “Third” lo studio grafico ci ripropone l’elemento “3” in un triangolo, in 3 mani che a loro volta formano ancora un triangolo, la forma geometrica che richiama la spiritualità, l’aria, l’innalzarsi. Un corpo bianco, spirituale, la copertina, che racchiude tanta materia al suo interno. Lo spirito è fuori, il corpo è dentro. Tutto è dove non te lo aspetti, tutto è sorprendente. Che trip questi The Winstons, uh?

Articolo di Mirko Di Francescantonio

Track list “Third”

  1. Break The Seal
  2. Check It Out
  3. Song For Mark
  4. Somewhere In The Mediterranean
  5. Abie
  6. Vinegar Way
  7. Never Never Never
  8. Winstonland
  9. Hugging Himself In The Dark Of The Park

Line up The Winstons: Roberto Dell’Era: vocal, bass / Lino Gitto: vocal, drums / Enrico Gabrielli: vocal, keyboards, woodwind

The Winstons online:
Instragram: https://www.instagram.com/the_winstons_vision/
Facebook: https://www.facebook.com/thewinstons1/

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