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Tori Amos

Tori Amos “Christmastide”

Tori è tornata, riapparsa con in mano un ramo d’ulivo, una fiamma viva che tiene accesa dal 1991 e che continuerà ad ardere ancora per molto

“Christmastide” come tutti i più bei regali di Natale arriva a sorpresa, a ridosso di queste feste avvilite dal distanziamento, da zone a colori cangianti e famiglie divise, costrette a spostarsi due unità per volta. Ed è in tale clima mondiale che Tori Amos decide di sfornare il 4 dicembre questo EP composto da 4 tracce inedite, prodotto insieme ai fedeli compagni di una vita: il bassista Jon Evans e il batterista Matt Chamberlain.

Il messaggio è forte e chiaro: un monito di luce e speranza senz’altro legato al Natale, ma che di Natale, in fondo, non parla mai direttamente. Ed è un punto a favore della Amos, che si distacca dai soliti recipienti di cover sentite e risentite, realizzando un gruppo di pezzi che si presteranno a qualunque situazione live, al di là del periodo dell’anno o dell’assetto prescelto on stage.

“Christmastide”, title track e apripista dell’EP, segna subito il passo generale del lavoro: si tratta della Tori riconducibile all’arco di tempo che va dal 2007 (“American Doll Posse”) al 2009 (“Abnormally Attracted To Sin”). Parliamo di quelle pubblicazioni in cui la nostra “Scarlet” non sta più cercando se stessa, non ha più fame, né una voglia insaziabile di mostrare chissà cosa, ma riesce comunque a sfornare album convincenti, ben prodotti, ricchi di idee, suoni e melodie culminanti in un’eterogeneità ispirata che altre artiste riuscirebbero solo a sognare.

“Circle Of Seasons” affonda nel terreno fertile “amosiano”: sincera, condotta sulla spinta di una Musa-Maddalena perfettamente risvegliata, con un testo punteggiato da figure che corteggiano l’atmosfera natalizia ma parlano di molto altro, molto più.

“Holly” presenta una batteria campionata, accompagnata da suoni ovattati in contrapposizione alla chitarra pulita e squillante. Anche in questo caso, l’agrifoglio evocato dal titolo è solo una scusa per narrarci altro, per fingere di cullarci nell’abbraccio natalizio e intanto parlarci di rimpianto e nuove prospettive.

Il progetto si chiude con “Better Angels”, la canzone più convincente del lotto, arricchita da un lyric-video molto evocativo illustrato dall’artista Rantz Hoseley (autore anche dei disegni per la preziosa edizione limitata in vinile). Qui la chitarra elettrica svolge un magnifico lavoro di completamento, e aiuta a rendere la traccia liberatoria: una preghiera pagana da ascoltare e cantare a braccia aperte, tenendosi ben strette le cose positive che continuano a esistere, nonostante tutto. E il testo, di nuovo, corteggia appena gli umori del Natale, senza citarli, evitando di finire nel già sentito. Il pezzo è uno sprone attualissimo che ci aiuta a guardare avanti, oltre l’orizzonte, dove quella luce, forse, è il preludio di un nuovo inizio, di una rinascita:

Blazing east to the west
Watched by his light to give us hope
A flame for change grows.

È il cerchio dell’esistenza che torna, muta, cambia e riparte, uguale a se stesso ma sempre diverso. Come noi, in fondo identici a com’eravamo prima del lockdown, ma pronti finalmente a guardarci negli occhi, prenderci per mano, per compiere passi che non sospettavamo di poter sostenere.

Certo, sono lontani i picchi del primo incredibile decennio di attività, in cui ogni disco segnava uno spartiacque fra lei e il resto del mondo. Ma, signori, Tori è tornata, è riapparsa con in mano un ramo d’ulivo, un messaggio di fiducia, una fiamma viva che tiene accesa dal 1991 e che, si spera, continuerà ad ardere ancora per molto.
E a questo punto giro a voi lettori il suo augurio personale: quello di un 2021 coraggioso e rinnovato, in cui poterci abbracciare di nuovo, darci pacche sulle spalle, baciarci sotto il vischio. Davvero.

Articolo di Simone Ignagni 

Track List “Christmastide”
1.  Christmastide
2.  Circle Of Seasons
3.  Holly
4. Better Angels

Line up Tori Amos
Tori Amos: piano, voce
Jon Evans: basso
Matt Chamberlain: batteria


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