“L.A. Times” è un esempio lampante di un dono innato: quello della musicalità. Questo album, uscito il 12 luglio per BMG, è un miscuglio di gusti sapientemente orchestrato, tenuto insieme da un’energia quasi misteriosa e da alcuni dei pilastri fondamentali della band: la curiosità emotiva, la volontà di pensare con la propria testa e quella voce empatica che fa di ogni traccia qualcosa che ammalia, poco o tanto, in un modo o in un altro.
Il disco si distingue per la sua dualità, oscillando tra momenti malinconicamente gioiosi e atmosfere minacciose e oscure. Potrebbe essere il loro lavoro più personale e vulnerabile degli ultimi anni, e proprio per questo la sua onestà risulta particolarmente toccante. Onestà che, oltre a brillare quando fa da sinonimo a trasparenza, scopre anche qualche pecca quasi come ci fossero delle ferite non ancora rimarginate completamente.
I Travis riescono ancora nel trucco da prestigiatore di rendere “L.A. Times” coinvolgente anche in superficie grazie a melodie accattivanti e arrangiamenti mutevoli. Questi elementi invitano l’ascoltatore a tornare più volte sullo stesso brano, spogliandolo un indumento alla volta e andando, quindi, in un non luogo che dalla superficialità si allontana passo dopo passo. “L.A. Times” è una raccolta coerente di brani che riflettono esperienze personali e parlano della condizione umana in senso più ampio, molto ampio. Sebbene alcuni possano trovare l’album un po’ nostalgico, il suo approccio crudo e reale, combinato con momenti di leggerezza, lo rende un ascolto avvincente, radiofonico, a tratti, forse, fin troppo ammiccante.
È comunque difficile non ammirare una band che, una generazione dopo il suo apice, continua a creare canzoni con questa passione. I Travis dimostrano ancora una volta che la loro musica è solo apparentemente poco impegnativa ed estremamente ascoltabile, confermando il dono di cui vi parlavo a inizio articolo: la musicalità. Questi ragazzi ce l’hanno e ne sono consapevoli sicuramente più ora che prima. Sono cambiati i tempi. E adesso sono i tempi di L.A.
Articolo di Bruno Giraldo
Track list L.A. Times
- Bus
- Raze the Bar
- Live it all Again
- Gaslight
- Alive
- Home
- I hope that you Spontaneously Combust
- Naked in New York City
- The River
- L.A. Times
Line up Travis: Francis Healy voce chitarra ritmica / Dougie Payne basso /Andy Dunlop chitarra / Neil Primrose batteria
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