“Harmonizer” è il nuovo album di Ty Segall, uscito il 3 agosto 2021 per la Drag City Inc., senza nessun preavviso lasciando un po’ spiazzati tutti quelli che seguono la carriera del musicista. Il chitarrista californiano è uno degli artisti più prolifici dei nostri giorni. Dal 2006 a oggi, tra carriera solista e progetti paralleli, senza contare le collaborazioni, è arrivato a sfornare circa quaranta album. Cifra impressionante che però non va in parallelo alla qualità, toccando comunque vette considerevoli come il debutto omonimo del 2008 “Slaughterhouse”, una sorta di sabba organizzato dai The Stooges con i Sonic Youth.
“Harmonizer” arriva a 2 anni dal precedente “First Taste” e in un certo modo ne riprende il concept alla base virando però pesantemente sull’elettronica. L’album è stato realizzato senza l’ausilio di una band e, da quello che si può intuire guardando le foto promozionali e i quadri che lo circondano, il processo creativo ha avuto un’impronta molto primitivista, l’artista si è trasformato in cerimoniere, l’album è un rito garage-industrial-space rock diviso in dieci parti al quale gli ascoltatori sono chiamati a partecipare.
Questa ricerca di equilibrio tra suoni elettronici e strumenti classici, tra rumore assordante al limite della cacofonia (Noise Rock estremo, quello che ha l’obbiettivo di farti entrare nel mood più che provare piacere all’ascolto) e una forma canzone tipica del genere riesce solo in parte.
Dopo un intro da colonna sonora sci-fi che riporta alla mente un certo tipo di Pink Floyd, troviamo “Whispher”, una sorta di Roots Blues pachidermico diviso in due parti, la prima più melodica e la seconda caratterizzata da una sezione strumentale quasi apocalittica. “Erased” è un inquietante viaggio Space Industrial durante il quale l’ascoltatore trova rassicurazione solo nella voce che lo guida ad attraversare un vero e proprio marasma sonoro.
La title track “Harmonizer” è forse il brano migliore del lavoro, è una canzone dei Muse pensata per un chitarrista di strada che se ne va in giro con la sua loop station. “Waxman” mantiene alto il livello della qualità, Indutrial Blues con campionamenti elettronici che frantumano la melodia principale generata da una chitarra dal sapore hendrixiano, la successiva “Play” continua con il pescare dai meravigliosi anni ‘70, chitarra acidissima contrastato da un pianoforte che a sprazzi da dei toni gotici. “Feel Good” è un brano tipicamente Garage Punk e vede la moglie alla voce che impersonifica la Kim Gordon della situazione mentre la conclusiva “Changing Contours” riprende il discorso improvvisazione però con più ritegno verso le orecchie dell’ascoltatore.
“Harmonizer” è un disco coraggioso di un artista che non ha paura di mettersi in gioco e ricevere critiche, forte specialmente della buona reputazione che si è fatto nel corso degli anni. Da ascoltare, ma non fondamentale.
Articolo di Giorgio Cappai
Tracklist “Harmonizer”
- Learning
- Whisper
- Erased
- Harmonizer
- Pictures
- Ride
- Waxman
- Play
- Feel Good
- Changing Contours
Line up
Ty Segall- voce, chitarra, tastiere, batteria, sintetizzatori, percussioni