“La Belle Dame” è il secondo mini EP di Valerio Bruner, uscito il 17 aprile 2020 per Volcano Records. Un disco che, nonostante la sua breve durata, ci dà la dimostrazione di come, nonostante le difficoltà, sia anche possibile godere di rare piccole perle; musicali, in questo caso.
Valerio è un giovane cantautore partenopeo che spesso si lascia sedurre dalla grande metropoli londinese, città che da sempre gli offre giusti stimoli e spunti compositivi. Non manca di ritornare puntualmente nella sua Napoli, luogo in cui ha preso il via il suo percorso artistico, esattamente sulle assi del teatro, come lui lo definisce, entrando a far parte di una compagnia teatrale indipendente nel quale ricopre il ruolo di drammaturgo e musicista.
Durante la sua brevissima – temporalmente parlando – ma intensissima carriera, Valerio canta di personaggi che spesso vivono ai margini della società, come i poeti vagabondi o le prostitute di periferia, figure ricche di aneddoti e di racconti. Nei suoi brani si esplorano le oscurità dell’animo umano, fatto di affascinanti ombre e contraddizioni. Scrive in inglese, derivazione naturale sia dei suoi ascolti Rock e del cantautorato americano, sia per il segno indelebile lasciato dalla sua musa ispiratrice, Londra.
“La Belle Dame” si apre con “Rivergirl”, brano di rimando all’Indie e al Britpop di inizi anni Novanta dei Babybird – Rivergirl, you don’t look back, sing your song and forget the rest. Ci incamminiamo verso “Stay”, un brano in cui si cambia ritmo nel quale mi sento di scorgere perfino qualche sonorità ska (sempre britannica). Nei due minuti e mezzo si rivive l’eterno dilemma amoroso: andare o rimanere? Terza traccia, “Gem Of The Ocean”, bel brano pop rock caratterizzato dalla chitarra acustica in sottofondo – Go to sleep my child, keep your memories alive.
“She” è una canzone per una donna o per tutte quelle ragazze che troppo spesso hanno dovuto pagare un prezzo altissimo per esser diventate “gioco” di qualcuno. Arriva finalmente la title track di questo EP, “La Belle Dame”, bella nella voce e negli arrangiamenti folk. Poetica. Intensa. Cupa. Il richiamo a Leonard Cohen è più vicino di quanto immaginiamo. No, non è né assurdo né esagerato – I won’t move, in my dream still I feel… love my wild, don’t be shy. Ebbene, questo era “La Belle Dame”, storie di donne che lottano per comprendere il valore della propria individualità e affermare la propria indipendenza. Ci vuole coraggio ad intraprendere la strada che porta a splendere; ineguagliabile è lo stare fieramente alti in cielo a risplendere su tutti.
Articolo di Andrea Scarfì
Track List “La Belle Dame”
1. Rivergirl
2. Stay
3. Gem of the Ocean
4. She
5. La Belle Dame