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White Hills “Beyond This Fiction”

Quando una band riesce a fondere musica e filosofia nasce qualcosa di volutamente unico

“Beyond This Fiction” dei White Hills è uscito il 23 agosto sotto l’etichetta Heads on Fire Records. Ora che abbiamo sbrigato i convenevoli, voglio confessarvi che il mio rapporto con la musica è strettamente legato all’umore. Ogni stagione ha il suo suono e, per quanto mi riguarda, l’autunno e l’inverno sono il terreno ideale per apprezzare pienamente il lavoro dei White Hills. Questo disco si può tranquillamente definire crepuscolare, un lavoro che si incastra perfettamente nel gigantesco puzzle della Dark Wave Post-Industrial. Senza cadere nella trappola di paragonarlo alla vecchia scena, il disco è talmente ricco di richiami e influenze che sarebbe facile lasciarsi andare a confronti con altre band. Tuttavia, preferisco evitarli, perché “Beyond This Fiction” merita di essere ascoltato e giudicato per quello che è, senza bisogno di etichette o parallelismi.

La struttura del disco è tutt’altro che lineare, eppure questa scelta apparentemente caotica risulta perfettamente riuscita. Ogni traccia è un piccolo universo a sé, ma il disco scorre fluido, senza mai sembrare forzato o frammentato. Un elemento centrale in tutte le sette tracce è la base ritmica, dove basso e batteria si fondono con la voce in un equilibrio quasi perfetto. Prendete “Fiend”, ad esempio: la sua texture ipnotica sembra evocare i Bauhaus, ma con una freschezza che spazza via la polvere degli anni ’80.

Nonostante la struttura dei brani non segua una linea continua, si può quasi parlare di un concept album. L’ispirazione viene da Joseph Campbell, scrittore e filosofo noto per The Power of Myth, e il tema che permea tutto il disco è l’esplorazione del proprio percorso, al di fuori delle finzioni collettive a cui la massa aderisce. Attenzione, però: non parliamo del solito “grido di ribellione” ormai inflazionato (ha ancora senso parlare di ribellione nel 2024?). Qui siamo su un altro livello. Questo disco è una riflessione sottile sull’alienazione e l’anticonformismo, con la ricerca del divino come sfondo.

Le sette tracce si chiudono con la title track, “Beyond This Fiction”, un pezzo che non esito a definire la traccia perfetta. Non vi svelo nulla, ma vi consiglio di ascoltarla immediatamente. È il compendio di tutto ciò che il disco rappresenta: un gioco sapiente con sonorità e generi, capace di attraversare due decenni di storia musicale senza mai inciampare, mantenendo una freschezza sorprendente nella produzione e negli arrangiamenti.

Non credo che questo disco sia per tutti. È per chi ama l’introspezione e la complessità stilistica. È un lavoro che non accetta mezze misure: o lo si ama, o lo si odia. Ed è giusto così, perché quando una band riesce a fondere musica e filosofia come hanno fatto i White Hills, nasce qualcosa di volutamente unico. E questo qualcosa merita di essere apprezzato solo da chi è in grado di coglierne l’essenza.

Articolo di Silvia Ravenda

Tracklist “Beyond This Fiction”

  1. Throw It Up in The Air
  2. Clear As Day
  3. Killing Crimson
  4. Fiend
  5. Closer
  6. The Awakening
  7. Beyond This Fiction

Line up White Hills: Ego Sensation basso e voce, Dave W. chitarra e voce

White Hills online:
Website: https://www.whitehillsband.com
Instagram: https://www.instagram.com/whitehillsmusic/

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