Ci sono tesori dimenticati tra le pieghe del tempo che meritano invece di essere riscoperti per la rara bellezza che emanano anche a distanza di anni. Per fortuna il lavoro di alcune etichette discografiche riporta alla luce alcuni di questi dischi leggendari. Nel nostro caso la ristampa di cui andiamo a raccontare è affidata alla label scandinava Karisma Records. Si tratta di “Ignis Fatuus” del gruppo norvegese White Willow, un disco da tempo fuori catalogo che viene oggi riproposto in versione rimasterizzata da Jacob Holm Lupo, il leader della band, e pubblicato il 3 novembre.
Questo lavoro fu il debut album del combo norvegese nel lontano 1995 e fu senza dubbio uno dei dischi principali del Prog anni ’90. Un album che ricevette un buon riscontro di pubblico e critica, lanciando la band verso ambiziosi traguardi e esibizioni di spicco che la vedono ancora oggi protagonista del Prog internazionale dopo quasi trenta anni di attività. In realtà le idee del gruppo, nella loro concezione originaria, erano quelle di un complesso dai connotati folk rock con elementi sinfonici. Talvolta i percorsi si evolvono strada facendo e l’estro e la perizia di questi musicisti li ha spinti a esplorare anche territori musicali ben più ampi. Ricercatezza nelle composizioni, cura negli arrangiamenti, suoni che alternano momenti soft a altri più intensi vanno a fondersi con ambientazioni tipicamente nordiche, dando vita a un Prog bucolico, in cui pur non mancando reminiscenze dei primi ’70, spicca una fantasiosa musicalità. Un disco dove la raffinatezza costruisce un delicato affresco che si snoda nei dodici brani della tracklist, più di un’ora di ottima musica.
Le atmosfere pastorali si esprimono nelle cadenze di “Snowfall” con i suoi sprazzi multiformi accompagnati dalla dolcezza del flauto o anche nel brano “Lord of Night” dove il timbro della vocalist si adagia su una melodia dai sapori malinconici; archi e violino dialogano con tastiere e synth anche in “Till He Arrives” disegnando scenari sognanti.
Le due mini-suite “Cryptomensysis” e “John Dee’s Lament” pulsano di vero e proprio Prog. La prima è un esempio di suono per l’epoca sperimentale in cui spunti genesisiani vanno a intersecarsi con sonorità folk scandinave e qualche tratto jazzato; la seconda nasce invece su una cadenza di piano che si dipana successivamente in Art Rock, una fusione tra suoni di tastiere e Mellotron con la splendida chitarra acustica dello stesso Holm Lupo. Tra i tanti gioielli dell’opera una menzione particolare al pezzo “Song”, un inno di ispirazione rinascimentale dedicata a una poesia della scrittrice italo britannica Christina Rossetti, una poetessa di epoca vittoriana; un madrigale armonioso che insieme ai brani successivi “Ingenting” che tratteggia lussureggianti brughiere e la psichedelica “Now in These Fairy Lands” regala momenti di alto lirismo. I suoni sono impreziositi anche dall’uso di strumenti tradizionali della cultura musicale popolare come il kantele, dispositivo a corde baltico, il sitar, il tamburo bodhián, ma anche il più conosciuto bouzouki, che rimanda talora a estrazioni mediterranee.
White Willow ha proseguito con una felice carriera il suo percorso; sette successivi album e anche cambi stilistici, ma questo lavoro è rimasto agli occhi dei fan il metro di paragone della loro creatività. Il disco segnò un momento di rinascita del Prog europeo e la sua influenza ha dimostrato di essere sopravvissuta nel tempo. “Ignis Fatuus” è una ristampa imperdibile per i cultori del Prog di livello, un’autentica gemma che non deve mancare nelle loro collezioni. La riedizione è infatti anche presentata con la copertina originale contraddistinta dal suggestivo artwork. Un evento discografico che, grazie anche all’ottima promozione della Karisma, otterrà sicuramente esiti lusinghieri.
Articolo di Carlo Giorgetti
Tracklist “Ignis Fatuus”
- Snowfall
- Lord of Night
- Song
- Ingenting
- The Withering of the Boughs
- Lines on an Autumnal Evening
- Now in These Fairy Lands
- Piletreet
- Till He Arrives
- Cryptomenysis
- Signs
- John Dee’s Lament
Line up White Willow: Eldrid Johansen voce / Sara Trondal voce / Jacob Holm – Lupo chitarre / Jan Tariq Rahman mellotron, sintetizzatori, tastiere, crumhorn, kantele, sitar, clarinetto / Audun Kjus flauto, fischio, bodhrán, bouzouki / Tirill Mohn violino, chitarra classica / Alexander Engebretsen basso / Erik Holm batteria, percussioni
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