Whitemary è tornata e, ancora una volta, non ha lasciato nulla al caso. “New Bianchini”, il suo nuovo album uscito il 29 novembre per la 42 Records, è un lavoro che vive di contrasti, di pulsazioni che si sovrappongono, di parole spezzate e ricomposte in mantra elettronici. Un disco che non si limita a esplorare il suono, ma lo abita, lo plasma, lo mette alla prova, rifiutando la comfort zone della ripetizione.
La sua crescita artistica è stata una corsa a perdifiato, una progressione naturale che in pochi anni l’ha portata a imporsi come una delle voci più riconoscibili della musica italiana. Il suo linguaggio sonoro è diventato una firma indelebile: bastano pochi secondi per riconoscerla, per distinguere il suo tocco tra decine di produzioni tutte uguali. La cassa dritta è il battito costante, ma non è mai fine a sé stessa. È un codice che Whitemary interpreta con intelligenza, stravolgendo le regole del gioco e riformulando la grammatica del clubbing.

“New Bianchini” è il risultato di un percorso costruito con rigore e libertà. Le tracce sono state testate dal vivo ben prima dell’uscita ufficiale, prima in uno studio di registrazione romano aperto al pubblico e poi nei principali festival italiani. L’album è nato in mezzo alla gente, ha respirato il calore del pubblico, ha assorbito le vibrazioni dei corpi in movimento prima ancora di arrivare sugli scaffali o nelle playlist digitali. E questa fisicità si percepisce chiaramente: ogni brano ha un impatto immediato, ogni beat è studiato per farsi sentire sottopelle.
Le dieci tracce dell’album non seguono una struttura convenzionale. I brani non hanno bisogno di una narrazione lineare, perché funzionano per evocazione, per tensioni e rilasci, per frammenti di pensiero che si trasformano in cicli ossessivi. “Amore Caldo” è un esempio perfetto: pochi elementi, quasi un’architettura minimale, su cui si innesta una domanda ripetuta fino allo sfinimento “Ho provato mai un amore caldo?”. Non è solo una frase, è un loop mentale, un concetto che si fa battito. L’elettronica di Whitemary non descrive, ma trasmette stati d’animo con una precisione quasi chirurgica.
In “Denso”, l’atmosfera si fa rarefatta, sospesa. Il brano nasce come una promessa di morbidezza, con un’introduzione balearica che illude l’ascoltatore, prima di scivolare in un groove spezzato, un broken beat che destabilizza e affascina allo stesso tempo. Il testo è una sottrazione, un gioco di ripetizioni e negazioni, che lascia nell’aria un senso di vuoto carico di significato. Il lato più spigoloso dell’album emerge in “Un’Esercitazione”, traccia che porta la tensione ai massimi livelli. Qui l’approccio è più diretto, con una cassa che batte come un pugno sul petto, mentre la voce, filtrata e alienante, si fonde con i synth in un crescendo claustrofobico. È il lato più viscerale di Whitemary, quello che non cerca di piacere, ma di scuotere.
Ma “New Bianchini” non è solo impatto fisico. C’è una sensibilità profonda dietro ogni scelta sonora, una ricerca che parte dal vissuto personale e arriva a toccare corde universali. I testi, pur essendo asciutti ed essenziali, parlano di spaesamento, di identità fluida, di cambiamento. È un disco che riflette sulla trasformazione, e lo fa non solo nelle parole, ma anche nella struttura stessa della musica.
Il titolo stesso è un manifesto. “New Bianchini” non è solo il nome della cartella in cui erano raccolti i provini, ma rappresenta una nuova versione di sé, una volontà di rimettersi in discussione, di non restare ancorata a una formula. E non è un caso che l’album arrivi dopo un periodo di grande fermento: Whitemary negli ultimi anni ha suonato ovunque, ha collaborato con artisti di primo piano come Ditonellapiaga e Bruno Belissimo, ha partecipato al collettivo Poche, contribuendo a dare visibilità alla scena elettronica femminile in Italia.
C’è una componente profondamente DIY in tutto questo. Whitemary non è solo un’artista, ma un’intera macchina produttiva. Fa tutto da sola: scrive, produce, suona, cura la grafica dei dischi. Questa autarchia non è solo una scelta estetica, è il motore stesso della sua creatività. Ed è anche il motivo per cui il suo suono suona sempre così autentico, così poco filtrato dalle logiche industriali. Con questo album, Whitemary alza ulteriormente l’asticella. Non è un disco per tutti, e non cerca di esserlo. È una dichiarazione d’intenti, un atto di coerenza artistica, un lavoro che non si piega a nessuna tendenza ma che, paradossalmente, suona più attuale che mai. Elettronica che è clubbing e introspezione, corpo e mente, razionalità e istinto. Un album che non si lascia semplicemente ascoltare, ma che lascia il segno.
Articolo di Silvia Ravenda
Tracklist “New Bianchini”
- Amore Caldo
- Denso
- Oh! Ma Dai
- Oggi Va Così
- Un’esercitazione
- Mi Nascondo
- Ditedime
- Abisso
- Dettaglio
- Midisp
Whitemary online:
Instagram: https://www.instagram.com/whitemarymusic/