Will Butler torna con il nuovo album in studio “Generations” pubblicato il 25 settembre 2020 su Merge Records, dopo “Policy” del 2015, suo debutto in studio, e “Friday Night”, il live del 2018. Parlando di Will Butler è quasi impossibile non nominare gli Arcade Fire, dei quali Will insieme al fratello maggiore Win è una colonna portante. Sicuramente la band canadese ha occupato Will Butler durante i suoi ultimi cinque anni, soprattutto in relazione alla pubblicazione e promozione del loro ultimo album “Everything Now” del 2017, ma non in maniera totale, essendosi Will impegnato tanto nello studio, conseguendo un master in ordine pubblico, quanto nel crescere i suoi tre figli.
La condizione di reclusione forzata dovuta al lockdown ha permesso a Will di registrare questo album, fra ispirazioni pop, riflessioni sui nostri tempi e rabbia per le condizioni di vita dell’uomo della strada che sempre più sprofonda in un maelstrom fatto di paura, insicurezza e sfiducia verso quelle istituzioni che invece dovrebbero proteggerlo. Un album che attraversa vari stati d’animo e tocca svariate corde, passando all’interno dello stesso brano da un umore all’altro per merito di arrangiamenti sempre vari e dinamici.
L’iniziale “Outta Here” è un ottimo esempio di quanto appena descritto, un brano che inizia con una linea di synth oscura e sinistra sotto un cantato apparentemente fragile; è quando entra il beat e una progressione di accordi tanto classica quanto efficace che il brano diventa accattivante e la melodia si stampa finalmente in testa. La seguente “Bethlehem” ricorre alle chitarre e a un ritmo più sostenuto dal sapore garage per guidare una composizione che non scende mai di intensità, con un azzeccato break di voci femminili e dei synth che danzano in sottofondo.
È invece puro Power Pop quello che pervade “Close My Eyes”, una squisita meraviglia la cui perfezione pop cozza con l’amarezza del testo pervaso da un sentimento di scoraggiamento verso l’attuale situazione sociale e politica. “I Don’t Know What I Don’t Know” ci riporta ad atmosfere meno solari, una composizione piuttosto dark, guidata da synth e bassi distorti, mentre la seguente “Surrender” – primo singolo dell’album – sposta nuovamente l’atmosfera verso la luce con un pezzo corale dal sapore soul, con indovinati contrappunti vocali femminili e un bel falsetto da parte di Will.
Un groove spezzato e un synth distorto guidano “Hide It Away” un brano che parla del potere dei soldi e della loro influenza, la seguente “Hard Times” spinge ancora sulle corde della critica sociale, mentre una ritmica programmata e un arrangiamento pesantemente elettronico donano un tocco moderno e sinistro alla composizione.
“Promised” è un accattivante Pop Rock dal sapore anni ’80, un bella linea vocale e un indovinato pattern ritmico. Potrebbe essere una ballata “Not Gonna Die”, la paura della morte e l’incertezza della condizione attuale ancora il tema trattato, ma si trasforma dopo un po’ in una cavalcata contagiosa nel ritmo e nella melodia sferzata da fiati e tastiere. Chiude l’album “Fine” con piano e fiati che donano un’atmosfera a metà strada fra il Blues e lo Swing, quasi sette minuti per concludere degnamente questo “Generations”.
Will Butler con “Generations” ci regala un’ottima prova, pregna di emozioni e brillantezza musicale, Pop e Rock fuori dagli schemi, prodotti con gusto e consapevolezza.
Articolo di Andrea Bartolini
Track List “Generations”
- Outta Here
- Bethlehem
- Close My Eyes
- I Don’t Know What I Don’t Know
- Surrender
- Hide It Away
- Hard Times
- Promised
- Not Gonna Die
- Fine
Line up Will Butler
Will Butler – Vocals, synth, piano, guitar, bass, snare, handclaps, percussion, drum machine
Matt Bauder – Sax, clarinet,
Stuart Bogie – Sax, clarinet
Miles Francis – Drums, drum machine, percussion, synth, acoustic guitar, vocals, handclaps
Julie Shore – Synth, vocals, guitar, piano, handclaps
Jenny Shore – Synth, vocals, handclaps