La Scandinavia si sta confermando un’incredibile fucina di idee musicali, che stanno dando muova linfa al Prog, ma più in generale a tutto il Rock europeo, grazie al contributo di tanti gruppi, alcuni dei quali dall’esperienza consolidata, altri in cerca di affermazione. Il musicista norvegese di questo articolo è una delle realtà più coraggiose e versatili di questo rigoglioso movimento. Sto parlando di Filip Zenon Ramberg, che il 1 dicembre pubblica con la sua band Zenon “Arven”, album autoprodotto e pubblicato per la sua etichetta Sekvens Label.
Ramberg, polistrumentista e compositore, è stato batterista nei Tusmørke (la nostra recensione del loro ultimo album), importante band del Prog scandinavo, ma nel 2021 ha sentito l’esigenza di provare qualcosa di diverso alla scoperta di nuovi scenari musicali. Questo suo desiderio lo ha spinto a sperimentare strade innovative come l’uso particolare delle accordature del violino fuso ai suoni della chitarra elettrica, oppure l’impiego del piano in alcune esperienze folk. Maturando queste esperienze, Ramberg ha percepito chiaramente anche la volontà di dare vita a un nuovo gruppo che portasse avanti tutto l’estro che sentiva pulsare in sé.
Dopo gli ampi consensi riscossi presso la critica dal primo album “Passasje” uscito nel 2021, Ramberg si ripropone oggi con il suo ensemble, accompagnato dall’ottima vocalist Michelle Uller e dal bassista Martin Van Houtum. È difficile considerare soltanto come Prog questo album perché la musicalità espressa è intrisa di tantissimi aspetti che prende forma con l’evolversi dei brani. Ramberg dimostra di non aver dimenticato le influenze della prima band di appartenenza; la musica ruota, infatti, nello stile dei primi ’70, un Rock underground coniugato con Folk, Jazz e venature psichedeliche, anzi la componente dark e psichedelica è spesso presente riportando la mente a qualche reminiscenza di gruppi leggendari del genere come i britannici Man e i Black Widow. Ma come sempre succede, quando si elencano una serie di ispirazioni, ecco che a prevalere è l’incredibile capacità di saper creare arrangiamenti originali.
Dal punto di vista lirico, le ispirazioni di Zenon si rifanno spesso alle tradizioni popolari norvegesi, esplorando i temi delle radici e delle consuetudini popolari. L’artista cita la lunga stirpe di musicisti che ha contraddistinto la sua famiglia, contribuendo a dargli gli stimoli giusti per portare avanti l’eredità dei suoi avi e inserirlo in questo percorso musicale nel quale sta ancora cercando di trovare al meglio la sua collocazione. Tutto questo si è ulteriormente amplificato quando ha scoperto che stava per diventare padre. L’album si è quindi concretizzato in una sorta di viaggio personale, con temi su importanti questioni di tipo spirituale e filosofico miscelate a una musica dai connotati imprevedibili.
L’opera è stata prodotta a Oslo durante il gennaio 2023 dopo una breve ma intensa gestazione. Come racconta lo stesso Ramberg l’obiettivo principale da conseguire non era la perfezione dei suoni, pur importante, ma le sensazioni prodotte dalla musica, creare una full immersion capace di assorbire l’ascoltatore. Ecco anche la ragione per la quale le cinque tracce che lo compongono sono state registrate in presa diretta e già ritenute valide sino dalle prime esecuzioni, senza apportare in seguito con il missaggio cambiamenti di rilievo nella stesura.
Si tratta di tracce di una cospicua lunghezza se si eccettua “Ingen Lærer”, che con i suoi 3’30’’costituisce un’atipicità in termini di durata. Le intenzioni del gruppo si manifestano in “Vitne”, l’incipit del disco, che nasce con i suoni del piano che sembrano richiamare il rintocco di una campana, prontamente seguiti da riff potenti. La trama del brano evolve con una chitarra dagli accenti distorti per poi aprirsi a scenari psichedelici. Tra cori evocativi – molto brava anche la vocalist – e suoni che alternano profondità oscure a momenti più sognanti, nella seconda parte del pezzo, dalla durata complessiva di 10’37’’, entra in gioco un synth avvolgente prima che il motivo si concluda con i ricami del piano. Dopo questa cavalcata sonora di grande effetto, le trame di “Minne Av et Nå” ci riportano a un Prog onirico e bucolico sempre contrassegnato anche dalla componente psichedelica. Entrano in gioco arpeggi classicheggianti di chitarra che si sviluppano sopra un tappeto percussivo eseguito con perizia da Ramberg che dà un saggio della sua bravura.
Giochi strumentali coinvolgenti contraddistinguono questo pezzo e il successivo “Hav” dagli arrangiamenti estrosi. Un’atmosfera inquietante precede alcuni spunti prog che riportano alle tradizioni del Canterbury Sound prima di calarci nella stupenda ballata di “Ingen Lærer”, il brano sopra menzionato e contraddistinto dai suoni del piano e della voce. La conclusione è affidata a “Gå I Stjerne”, un altro bell’esempio di Fusion, dove il clima più caldo contribuisce a riportare il tutto verso sfumature rock.
“Arven” è il ponte perfetto tra passato e futuro, raccontando l’importanza della tradizione attraverso trascinanti suoni avveniristici. Zenon si pone a pieno titolo nella validissima avanguardia sonora che dal Nord Europa sta diffondendo i suoi stilemi al resto del continente sotto la bandiera comune di un Prog di qualità assoluta.
Articolo di Carlo Giorgetti
Tracklist “Arven”
- Vitne
- Minne Av et Nå
- Hav
- Ingen Lærer
- Gå I Stjerne
Line up Zenon: Filip Zenon Ramberg batteria, chitarra, tastiere, cori / Michelle Uller voce, cori / Martin Van Houtum basso
Zenon online:
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