Capolavoro. Non so quale altro termine utilizzare per descrivere “Arkhon”, il sesto album dell’artista americana di origini russe Zola Jesus, fuori il 24 giugno 2022 per Sacred Bones. Arriva a 5 anni da “Okovi” e a 8 da “Taiga”, ed è un’opera ai limiti della perfezione. Perfezione nella scrittura, nella produzione, negli arrangiamenti e nei suoni, che di quest’album sono la cosa che colpisce di più.
Basti sentire la splendida “Undertow”, costruita intorno alle percussioni di Matt Chamberlain e alla voce dolce e allo stesso tempo potente di Nika, o alla altrettanto bella “Into the Wild” con il suo canto talvolta sussurrato, talvolta urlato. O ancora a “Dead and Gone”, una gemma di poco più di 200 secondi arrangiata soltanto con una sezione d’archi ad accompagnare una voce sublime. I momenti più vivaci non mancano, come “Sewn”, claustrofobica e ossessiva, che ricorda i Cocteau Twins del periodo di “Garlands”o i Dead Can Dance del lavoro d’esordio. Ma è nelle ballad come la dilatata “Desire”, un piano e voce da brividi, che Zola Jesus riesce a far arrivare la tensione emotiva a livelli altissimi, cosa che succede anche in “Fault”, un’altra perla ricca di suoni sintetici e di voci stratificate che non può non coinvolgere.
Un disco sorprendente, nel quale niente appare fuori posto e dove tutto è dosato alla perfezione per tutti i 42 minuti e spiccioli di durata. Fatevi un favore e dedicate un ascolto (e anche di più) a questo Arkhon, vedrete che mi ringrazierete.
Articolo di Michele Faliani
Info: www.sacredbonesrecords.com/collections/frontpage/products/sbr297-zola-jesus-arkhon
Tracklist “Arkhon”
1. Lost
2. The Fall
3. Undertow
4. Into The Wild
5. Dead & Gone
6. Sewn
7. Desire
8. Fault
9. Efemra
10. Do That Anymore